Sequestrati oltre 6,5 Kg di sigarette di contrabbando al porto

I Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano del Gruppo di Palermo, unitamente ai funzionari del locale Ufficio delle Dogane, nel corso di tre distinte attività ispettive svolte tutte nello stesso giorno presso la cosiddetta area “Extra – Schengen” del locale porto – riservata ai controlli di persone, veicoli e merci provenienti dall’estero – hanno sequestrato un totale di 6,615 Kg di tabacchi lavorati esteri, introdotti nel territorio nazionale in contrabbando da tre cittadini tunisini, appena sbarcati dalle navi “Catania” e “Majestic”, provenienti da Tunisi.

In particolare, l’attività info-investigativa svolta dai Finanzieri sulle liste passeggeri prima dello sbarco, basata sull’elaborazione di precisi alert di rischio, permetteva di selezionare, tra gli altri, i 3 passeggeri sospetti.

Nel corso del controllo, i Finanzieri, insospettiti dal comportamento tenuto dai passeggeri stranieri, approfondivano le ricerche all’interno dei veicoli sui quali viaggiavano con l’ausilio dell’unità cinofila specializzata nel riconoscere le molecole del tabacco, in forza al Gruppo Pronto Impiego di Palermo, individuando, abilmente occultati nelle paratie e nelle intercapedini posteriori delle autovetture nonché nel vano ruota di scorta, 28 stecche di sigarette e 1 chilogrammo di tabacco confezionato, per un peso di oltre 6,5 kg.

Attraverso le banche dati in uso al Corpo e all’ufficio delle Dogane, due dei tre cittadini tunisini, B. A. e M. S., sono risultati “recidivi” alla commissione dell’illecito di contrabbando. Pertanto, dopo per aver effettuato il sequestro della merce, i militari operanti e i funzionari doganali hanno provveduto a denunciare entrambi i soggetti a piede libero alla locale A.G., per l’ipotesi di reato di cui al combinato disposto degli artt. 291-bis, 2° comma, e 293 del D.P.R. n. 43/73 (T.U.L.D.), ricorrendo la reiterazione dell’illecito depenalizzato ex art. 5 del D.Lgs. n. 8/2016. Diversamente, per L. M. è scattata la contestazione dell’illecito amministrativo di cui all’art. 291-bis, 2° comma, del T.U.L.D., punito con una sanzione pecuniaria minima pari a 5.000 €.

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