La polizia ha sequestrato beni, due appartamenti ed un’autovettura, per un valore di 400 mila euro, ad Alessandro Bronte, 32 anni, arrestato nel dicembre 2015 insieme ad altri soggetti nell’ambito dell’operazione di polizia “Panta Rei”, in quanto ritenuto dagli inquirenti “contiguo alla famiglia mafiosa di Palermo Centro, per la quale gestiva la rete di vendita, il procacciamento della clientela e la diretta importazione di stupefacenti dalla Campania”.
Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, che ha accolto la proposta avanzata dal questore di Palermo nei confronti del trentenne, già destinatario della misura della sorveglianza speciale, poi sospesa perché detenuto.
Bronte, come specifica la polizia, fin dalla giovanissima età è stato un “soggetto abitualmente dedito ad attività delittuose, annoverando reati contro il patrimonio, contro la persona, in materia di armi e di stupefacenti”.
Nel 2010 è stato sottoposto alla misura della Sorveglianza Speciale per due anni; tuttavia a causa del suo stato di detenzione, protrattosi negli anni, l’espiazione della misura ha avuto inizio solo nel 2013 e deve essere ancora conclusa.
Nel febbraio scorso è stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo in quanto indagato, insieme ad altri 16 soggetti, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
Il procedimento penale traeva origine da una vasta attività, denominata “Back Again” svolta nel 2016 dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Palermo.
Nel corso delle indagini, spiegano dalla questura, era emerso come Bronte nonostante fosse sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, rivestisse un ruolo di primissimo piano in seno alla consorteria criminale, gestendo un ingente traffico di sostanze stupefacenti, il cui approvvigionamento avveniva attraverso il canale campano, per quanto attiene alla cocaina e all’hashish, e quello albanese per la marijuana. I quantitativi di droga erano poi destinati allo smercio sulla piazza palermitana attraverso una fitta rete di pusher.
L’indagine patrimoniale, scaturita subito dopo l’operazione di polizia, è stata condotta dagli investigatori della Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura ed ha permesso di individuare e sequestrare beni per un valore stimato di circa 400 mila euro.
Gli accertamenti patrimoniali hanno dimostrato, rivela la polizia, come Bronte ed i suoi familiari non disponessero di entrate lecite ed idonee per l’acquisto dei beni, oggi raggiunti dal provvedimento di sequestro. L’assenza pressoché assoluta di mezzi economici dichiarata dal suo nucleo familiare, concludono gli investigatori, rendeva privi di giustificazione l’acquisizione di tali beni.
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