Sequestrate 1,2 tonnellate di sigarette di contrabbando: arrestata una donna
I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo hanno sequestrato 1,2 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, rinvenuti all’interno di un furgone, sottoposto a controllo a Palermo.
In particolare, nel pomeriggio del 9 novembre u.s., nel corso di controlli anticontrabbando e anticontraffazione, una pattuglia del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo notava, all’interno di un parcheggio in via Li Bassi, la presenza di un soggetto intento a scaricare dei cartoni da un furgone che, alla vista dei militari cercava di allontanarsi repentinamente.
I finanzieri, pertanto, insospettiti, procedevano a identificare il soggetto e a controllare il mezzo anche con l’ausilio delle del cane anticontrabbando “Arca”, che segnalava la presenza di possibile materiale illecito.
La successiva accurata ispezione del furgone permetteva di rinvenire 6.000 stecche di sigarette di contrabbando riportanti il marchio “Chesterfield.
Le sigarette, per un peso complessivo di 1.200 kg, venivano prontamente sottoposte a sequestro, impedendone l’immissione sul mercato nero della città che avrebbe fruttato, al dettaglio, ricavi per circa 200.000 euro.
Il soggetto, di nazionalità italiana, è stato tratto in arresto in flagranza di reato per il delitto di contrabbando e posto in custodia cautelare domiciliare, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria di Palermo.
L’arresto è stato convalidato dal Tribunale di Palermo venerdì scorso.
Prosegue senza sosta l’attività della Guardia di Finanza a contrasto dei traffici illeciti, per la tutela della sicurezza economico – finanziaria dei cittadini e della concorrenza, mantenendo costantemente alta la guardia rispetto alle condotte delittuose utilizzate anche per finanziarie le associazioni criminali locali.
La costante azione di contrasto al fenomeno del contrabbando di sigarette, che ancora oggi rappresenta un crimine diffuso e ben organizzato, contribuisce altresì a difendere la salute dei consumatori rispetto ai rischi che derivano dalla totale mancanza di controlli sulla qualità dei prodotti.
Si evidenzia che il provvedimento in parola è stato emesso sulla scorta degli elementi probatori acquisiti in fase di indagine preliminare, pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.