La Guardia Costiera di Palermo rende noto che nei giorni scorsi, nell’ambito della programmata attività di vigilanza e controllo del territorio di giurisdizione mirata al contrasto degli illeciti perpetrati a danno dell’ambiente, personale militare dipendente del Nucleo Operativo Polizia Ambientale ha accertato, presso la località Sferracavallo, la presenza di un ingente quantitativo di rifiuti speciali, sia pericolosi che non pericolosi, depositati in maniera indistinta ed incontrollata su un terreno agricolo privato, occupando una superficie totale di circa 300 metri quadrati.
Nel cumulo di rifiuti è stata riscontrata la presenza anche di elettrodomestici in disuso, bombole di gas, residui di pittura e materiali ferrosi di vario genere, determinando la trasformazione del fondo in una discarica a cielo aperto, soggetta alle intemperie con conseguente notevole pregiudizio all’integrità dei corpi idrici adiacenti in caso di pioggia. L’area interessata è stata quindi posta sotto sequestro da parte degli agenti operanti i quali hanno prontamente individuato il responsabile e lo hanno deferito alla competente Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato di gestione di rifiuti non autorizzata, abbandono e discarica abusiva ed inquinamento ambientale, in violazione agli articoli 256, commi 1, 2 e 3, del Testo Unico Ambientale e 452 bis e 452 quinquies, comma 2, del Codice penale.
In altra analoga operazione, in località Arenella, gli stessi militari della Guardia Costiera di Palermo, congiuntamente ai tecnici dell’A.R.P.A. Sicilia, hanno ispezionato la sede operativa di una società che opera nel settore della cantieristica e del rimessaggio nautico dove veniva riscontrata la mancanza delle previste autorizzazioni ambientali, oltre che la gestione illecita dei rifiuti presenti nei luoghi. È altresì emerso che la stessa società effettuava attività di lavorazione/manutenzione meccanica sui motori delle unità da diporto in assenza di specifica autorizzazione. Il rappresentante legale della società è stato pertanto deferito alla competente Autorità Giudiziaria per le ipotesi di reato di gestione di rifiuti non autorizzata (art. 256, comma 1, D.lgs. 152/2006), abbandono/deposito incontrollato di rifiuti (art. 256, comma 2, D.lgs. 152/2006), esercizio abusivo della professione di officina meccanica (art. 348 Codice penale) ed esercizio dell’attività senza la prescritta autorizzazione alle emissioni in atmosfera (art. 279, comma 1, D.lgs. 152/2006). Anche in quest’occasione, l’area occupata da tali attività, per una estensione di circa 150 metri quadrati, è stata posta sotto sequestro unitamente ai rifiuti – classificati speciali pericolosi e non pericolosi – composti da decine di motori fuoribordo smembrati nella loro componentistica meccanica ed elettronica, contenitori ricolmi di olii esausti, carburanti ed acidi tossici, solventi chimici, materiale ferroso di diversa natura, per un totale stimato di circa 7,5 tonnellate di rifiuti.
Le attività di polizia ambientale proseguiranno con controlli mirati ad accertare eventuali cause che possano pregiudicare l’integrità dell’ambiente marino e costiero, con particolare riferimento ai target individuati sulla base dell’analisi dei rischi effettuata nell’intera area di giurisdizione.
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