LAMPEDUSA (AGRIGENTO)(ITALPRESS)- Sea Watch. Da un lato la ong tedesca Sea Watch dall’altro il ministro degli Interni Matteo Salvini. Un nuovo braccio di ferro si consuma sullo sbarco di 47 migranti a bordo dell’imbarcazione dell’organizzazione non governativa e ferma ad un miglio da Lampedusa.
Il vice premier da Milano ha ribadito il no ad ogni autorizzazione allo sbarco. Intanto la nave dopo essere entrata nelle acque italiane ha raggiunto Lampedusa ricevendo l’autorizzazione a gettare l’ancora alla fonda.
L’imbarcazione e’ stata avvicinata da una motovedetta della Guardia di finanza alla quale i volontari hanno manifestato le cattive condizioni psico-fisiche dei migranti e dell’intero equipaggio acuitesi a causa delle condizioni meteo. Il mare e’ mosso con onde alte piu’ di tre metri. Gia’ nel primo pomeriggio – come ha fatto sapere la ong- il comandante della nave aveva chiesto la revoca del diniego di ingresso per ragioni umanitarie.
Salvini sulla vicenda non sembra volere arretrare: “Quella nave fino a che il ministro dell’Interno sono io in un porto italiano non entra” ha affermato da Milano nel corso del comizio con i leader europei dell’area sovranista. Qualche ora prima su Twitter aveva ribadito: “Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono chiusi. E se qualche procuratore vuole indagarmi o processarmi anche per questo, faccia pure! Per difendere l’Italia e gli Italiani, non ho paura di niente e di nessuno”.
Il vice premier da Milano ha comunque rivendicato il si allo sbarco dei bambini: “Abbiamo fatto scendere neonati e malati, perche’ la vita e’ sacra e quindi bimbi, ustionati e malati da quella nave sono scesi”.
Preme l’Onu, il cui Alto commissariato per i diritti umani ha scritto una lettera al governo italiano in cui critica le direttive emanate dal ministero dell’Interno per vietare l’accesso delle navi di ong ai porti italiani e chiede di interrompere l’iter del decreto sicurezza bis perché “viola i diritti dei migranti”. Secondo la missiva indirizzata al ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi – e trasmessa anche al ministero dell’Interno “la direttiva può incidere in maniera grave sui diritti dei migranti, compresi i richiedenti asilo e le vittime – o potenziali – di detenzione arbitraria, tortura, traffico di essere umani e altre gravi violazioni dei diritti umani”.
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