Una poltrona da salotto, una tavolozza di colori tra libri d’arte e fumetti da sfogliare, uno spazio dove il confronto non si misura con le convenzioni, l’istantanea di un’emozione che solo la sensibilità di una artista che usa i chiaroscuri può cogliere appieno. Questa è la foto più vera di “Ritratti della casa”, la performance che in questi dieci mesi ha visto a lavoro Sandra Virlinzi (in arte Sdrina), classe 1973, una storia che si snoda tra Catania, Roma, Milano, New York e la voglia di dipingere con semplicità la complessità della vita.
Cento volti, cento anime, cento piccoli fogli di carta, cento espressioni per comunicare tutta la gamma delle sensazioni, cento modi di raccontare una città attraverso coloro che la vivono nella sua quotidianità: una residenza d’artista che ha accolto la “spietata intimità e l’innocenza pop” di chi, in quella poltrona, ha adagiato pensieri, riflessioni, passioni. «Prima scarabocchiavo il foglio e ritrovavo, nei tratti della griglia disegnata sullo sfondo, sagome che si sarebbero trasformate in caratteri immaginari – così scrive Sdrina nella sua biografia per raccontarsi agli altri – adesso ritraggo persone vere, dal vivo. Prima la pittura era acrilica, le tinte piatte e i colori molto accesi. Ora uso la tempera e finché il ritratto non è terminato, continuo a lavorarla. Si asciuga ma se si ribagna torna viva. Prima mi camuffavo, oggi mi espongo con quello in cui credo di più. Il lato umano: quello mio; quello degli altri».
Ad ospitare questo percorso interiore che diventerà presto una mostra aperta al pubblico, la galleria Tabaré di via San Michele a Catania – con le sue Female Sicilian Makers Ljubiza Mezzatesta, Lina Lizzio, Giovanna Cacciola, Carla Marletta, Marisa Casaburi e Francesca Franco – che venerdì 29 settembre, alle ore 21.30, festeggerà la fine/inizio di questo viaggio con l’artista e la presentazione del catalogo presso lo spazio Spot 22 (sempre in via San Michele, che sarà chiusa al traffico dalle 20 alle 2), dove verranno proiettate le immagini del backstage della residenza.
«Come vi vedo? Cosa di voi riesco a cogliere? Quanto realmente vi lasciate osservare dagli altri? Questo mi interessa – continua Sdrina – Ritratti della Casa mi ha ricordato qualcosa che sapevo già. Noi esseri umani di una cosa sola abbiamo bisogno: di qualcuno che ti sappia ascoltare e che riesca a vederti per come sei o forse solo per come vuoi sembrare, ma che almeno sa che esisti».
La mostra – frutto di un progetto volto a riavvicinare il pubblico al mondo del colore e della creatività, per esorcizzare la dilagante speculazione sulla pittura e le arti – sarà visitabile fino al 7 ottobre (orari: 10/13 e 17/20) da Tabaré First Floor, data a partire dalla quale tutti quelli che “ci hanno messo la faccia” potranno ritirare gratuitamente il proprio ritratto.
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