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Scusa, ma ti vorrei intervistare: Bova, Moccia, Quattrociocche e Apolloni a Palermo

Dato l’enorme successo che continuano a riscuotere presso le platee giovanili, i libri e i film di Federico Moccia (ultimamente trasposti e diretti di persona) sono circondati dall’aura dell’evento e, di conseguenza, lui e i suoi attori – la ventunenne Michela Quattrociocche che dà il volto a Niki, il simpatico Francesco Apolloni (anche lui dietro la cinepresa di qualche commedia), che ha il ruolo del farfallone Pietro, fra i sodali del protagonista, e soprattutto, per l’appunto, Raoul Bova, alias l’ormai quarantenne e impalmabile Alex – sono a loro volta circondati da folle adolescenziali adoranti (perlopiù femminili, ma non esclusivamente) e, prima ancora, da un rigido servizio d’ordine che ne tutela la sicurezza. È successo così all’incontro con pubblico e stampa di venerdì 19 al cinema Arlecchino per promuovere il già lanciato Scusa ma ti voglio sposare, seguito di Scusa ma ti chiamo amore, impastato con gli stessi ingredienti eppure connotato, rispetto a quest’ultimo, da una maggiore e scanzonata ironia rivolta al mondo degli adulti, senza mai perdere di vista, come tiene a sottolineare l’autore, modelli tendenzialmente virtuosi fra i ragazzi, che non bevono e non si drogano. Quindi, inseguire gli ospiti, corteggiati e contesi da testate e tv all’inizio e alla fine della conferenza, può assumere i contorni dell’impresa.

Il primo raggiunto è Moccia.
A giudicare dai risultati, sembra che ti sia più facile scrivere e trattare gli adulti, i personaggi tuoi coetanei.
“Questo libro, Scusa ma ti voglio sposare, e soprattutto il film che ne ho ricavato, con tutte le sue tematiche, mi sono più congeniali perché raccontano – anche se non dovrei dirlo – fatti che riguardano miei amici, gente che frequento nella vita di tutti i giorni, dunque ci sono tante storie e tante difficoltà che accadono nelle coppie. Perciò se si riesce a riderci un po’ su e a capire che gli ostacoli fanno parte integrante della normalità di una relazione in cui si vuole costruire qualcosa, magari può rivelarsi un suggerimento per affrontare meglio la quotidianità.”

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Per i giovani d’oggi invece è necessario documentarsi di più?
“Ho scelto di occuparmi, ovviamente, anche dei ventenni. Sono passati due anni dall’altro film; Olly, Diletta, Erica e la stessa Niki hanno preso strade diverse. Non è che un film , una commedia, gli spazi sono ridotti, quindi non riesco a raccontare tutto quello che c’è nel libro, che si propone come uno spaccato sociale. Tre metri sopra il cielo e Ho voglia di te magari illustravano meglio altri atteggiamenti di altri giovani.”

Poi è il turno di Apolloni, sorriso rilassato e battuta pronta.
Il tuo Pietro non matura…
“Eh no, non matura! Però qualcosa succede, dai. Perché secondo me questi uomini che corrono ancora dietro alle donne o alle ragazzine nascondono qualcosa. Il finale è un po’ a sorpresa… Pietro cambia, tutto sommato.”
Tu sei anche un regista: soffri quando non sei tu a dirigere?
“No, no, per me fare solo l’attore è come andare in vacanza: ti vengono a prendere con la macchina, ti trattano bene, ti offrono il caffè… Poi in questo caso mi fanno pure baciare un sacco di ragazze, e per giunta mi pagano: sembra quasi un miracolo! Però, certo, mi piace anche fare il regista, raccontare delle storie, far divertire… Ma quando recito me ne dimentico, non ho responsabilità!”

Successivamente, cogliamo la Quattrociocche in un momento libero. Le rivolgiamo una domanda volante.
Possiamo dire che in questo film Niki da ragazza diventa donna?
“Be’, sì, cresce, come tutte le persone. Sicuramente, cominceranno a sentirsi di meno gli anni che dividono Alex e Niki.”

Infine, all’irraggiungibile Bova, cinto dalle guardie, ci rivolgiamo assai discorsivamente.
Stavolta non trovi che i protagonisti si vengano incontro, lui diventa più piccolo e lei più grande?
“No, diciamo che se lei diventa più grande, lui fa una scelta: unirsi a qualcuno che ha tutte le caratteristiche della donna ideale. È un suo punto di arrivo, ma si distrae parecchio, creando poi in Niki un sentimento di solitudine, una difficoltà psicologica che la porterà a non sapere se sposare o non sposare Alex. In tutto ciò, attorno ci sono le famiglie che, come sempre accade, si immischiano nella preparazione del matrimonio, rischiando di compromettere il loro rapporto.”
L’Alex del primo film aveva però le tempie leggermente imbiancate, adesso sembra più giovane…
“Non me n’ero accorto. Ma sai, se è così, può dipendere dai truccatori, dalle luci… In realtà doveva dimostrare la sua età, prendere coscienza che stava per fare un passo importante, mantenere una promessa. Spesso i quarantenni odierni sono single in cerca di svago; poi un giorno si rendono conto che nella vita ci vuole qualche concretezza, un obbiettivo.”

a cura di Massimo Arciresi
(autrice fotografie Rosy Giordano)
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