Scuola in Sicilia, Lagalla decide alcune deroghe sulle presenze: insorge il M5S

A partire dal 26 aprile, gli studenti che frequentano in regioni in zona gialla o arancione tornano in classe nella quasi totalità dei casi: infanzia, elementari e medie al 100%, superiori fra il 70 e il 100%.

Ma in Sicilia, a seguito di una deroga dell’assessore Lagalla il tetto previsto è differente, la circolare dice: “gli istituti superiori possono adottare percentuali di presenza più basse rispetto alla percentuale compresa fra il 70 e il 100 per cento, ma senza scendere al di sotto del 50 per cento”.

“Con una circolare applicativa assessoriale, l’assessore Lagalla ha appena smentito, in materia di scuola in presenza, quanto stabilito, dopo lungo confronto con le Regioni stesse, dal Consiglio dei Ministri”.

La dichiarazione arriva Vittoria Casa, deputata siciliana e presidente commissione Cultura alla Camera.

“Nel testo formulato dall’Assessorato Regionale dell’Istruzione si apprende che le ragazze e i ragazzi che frequentano le scuole secondarie di secondo grado non avranno fino a maggio gli stessi diritti delle studentesse e degli studenti delle altre regioni italiane. Si legge inoltre, sempre per le stesse tipologie di scuola, che i dirigenti scolastici saranno autorizzati, previa richiesta ‘motivata’, a consentire anche in zona gialla e arancione ingressi scolastici in misura inferiore al minimo stabilito dal provvedimento nazionale, circostanza alla quale andrebbe aggiunto il mancato recupero di decrementi delle unità orarie, esponendo così i dirigenti scolastici a responsabilità amministrative di non poco conto.

Si tratta di deroghe incomprensibili e arbitrarie, perché stabilite a dispetto di quanto stabilito dal governo con gli esperti del CTS, perché disposte in forza di un provvedimento la cui legittimità non è chiara, perché fatte sulla pelle della categoria di studenti che più ha subito la mancanza della scuola in presenza. Senza considerare che in zona rossa il limite inferiore è almeno il 50 per cento divenuto in Sicilia il limite ordinario”

“Il provvedimento di Lagalla è quindi doppiamente infondato perché non tiene conto di quanto prudenzialmente stabilito dal governo e perché non considera il già ingente danno formativo subito dagli studenti siciliani. Chissà se i 18 milioni ricevuti dalla Regione siciliana sono stati effettivamente spesi per le esigenze degli studenti connesse ai trasporti pubblici locali.” conclude Casa.

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