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“Sciusciata”, arriva in teatro il nuovo spettacolo di Manfredi Russo

Vizi, virtù, passioni, debolezze, inganni, gelosie: arriva a Palermo “Sciusciata”, il nuovo spettacolo teatrale scritto e diretto dal regista Manfredi Russo, in cui partecipano gli allievi attori, normodotati e non, del progetto socio/culturale di formazione attoriale che dirige da cinque anni presso l‘Istituto Paritario Seneca del capoluogo siciliano.

La commedia teatrale, ambientata in una stralunata e grottesca Sicilia di metà Settecento, debutterà il 4 novembre alle ore 16:50, presso il Teatro San Francesco di Sales in via Emanuele Notarbartolo 52.

Nel cast tecnico figurano Roberto Garilli (Regia audio e luci), Veronica Randazzo (Assistente alla regia), Marisa Massarelli (Costumi e Progetto Grafico), Salvatore Saccà  (Scenografia) e Nick Merendino (Acconciature e trucco).

«L’opera – ci racconta Manfredi Russo – è un omaggio rivisitato de “Il Ventaglio” di Carlo Goldoni, messo in scena dal celebre commediografo nel 1763, e che ha rappresentato, qualche anno fa, il mio debutto teatrale come a Roma, con la regia del Maestro Patrick Rossi Gastaldi.

Sono rimasto molto legato a quel testo. Avevo da tempo in mente di trasporlo in una chiave diferrente, con tempi comici, rendendo omaggio alla Sicilia, e allo stesso tempo anche a “La Cavalleria Rusticana” e ai compositori Pietro Mascagni ed Antonio Vivaldi, che rivivono in “Sciusciata” con alcune loro opere”. C’è anche un richiamo onomatopeico allo “Sciuscià” del grande Vittorio De Sica, a cui sono molto legato, così come ai giganti del neorealismo del cinema italiano, da Fellini a Moinicelli».

Nel testo parla di una stralunata Sicilia.

«I personaggi di Sciusciata sono tutti personaggi onirici. Goldoni esaltava i vizi, giocava molto con le debolezze dell’animo umano, e quindi ho inserito delle introspezioni, esaltando quelli che sono i mali sociali, che attraverso la risata diventano dei modi per far riflettere e assumono quei caratteri un po’ stralunati.

Ci renderemo conto che anche se raccontiamo una Sicilia del ‘700, a tratti attualizzata anche con la narrativa, l’animo umano poi non è cambiato molto da allora. Forse non è mai cambiato. Le debolezze ci appartengono».

È la prima volta che reinterpreta un testo teatrale?

«Si, si tratta della prima rivisitazione in assoluto. Tutto gira intorno al ventaglio, che diventa strumento di gelosia, equivoco, onore, sfida. Tutte tematiche che sono care alla Sicilia».

Quale sarà il suo ruolo?

«È lo stesso che interpretai a Roma. In Sciusciata sarò il Principe delle Zagare, personaggio che si rifà al Barone del Cedro di Goldoni. Si tratta di un nobile cavaliere,  molto rispettato e temuto, che ha un grande senso dell’onore, ma che allo stesso tempo si rivela un credulone, affidandosi a personaggi improbabili pur di raggiungere i suoi scopi.

In questo dramma degli equivoci, in cui il ventaglio passa di mano in mano, il Principe cercherà, infatti, di approfittare della situazione per sposare Concetta, una giovane donna rimasta orfana, molto lontana da lui per età e indole».

Anche quest’anno il ricavato della prima andrà in beneficenza.

«Io penso che il teatro possa fare qualcosa, come tutte le arti in generale. Sarà una goccia nell’oceano, come diceva Madre Teresa di Calcutta, ma per noi è importante e ogni anno nel nostro piccolo abbiamo voluto sostenere di volta in volta associazioni diverse, da Biagio Conte all’Unicef, cercando di rendere un servizio a chi è in difficoltà.

Quest’anno abbiamo deciso di aiutare l’associazione “Per la Rosa” e lanciare un messaggio di solidarietà proprio da Palermo, dove aumentano drammaticamente i numeri relativi ai nuovi poveri.

Siamo felici anche di aver ricevuto il patrocinio gratuito del Comune di Palermo, e mandare in scena la prima in questo teatro è un po’ come tornare a casa, perchè è lì che abbiamo realizzato il primo spettacolo per Biagio Conte».

Redazione

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