Sciopero scuole dell’infanzia e primaria: lezioni a rischio

Sciopero scuole dell’infanzia e primaria. Primo giorno dell’anno e primo sciopero. La protesta è stata organizzata a seguito della discussa sentenza prenatalizia dell’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato che ha messo fuori dalle GaE i docenti con diploma magistrale, condannandoli alla precarietà: come risposta, in corrispondenza del primo giorno di scuola dell’anno.

Questa mattina, migliaia di maestre e di maestri incroceranno le braccia. Molti di loro con mezzi propri raggiungeranno il Ministero dell’Istruzione, per partecipare alla manifestazione indetta dall’ANIEF tra le ore 9.00 e le ore 13.00. Sono previsti, contemporaneamente, sit-in anche davanti gli Uffici Scolastici Regionali di Torino, Milano, Bologna, Palermo, Cagliari, Catanzaro e Bari.

Sciopero scuole dell’infanzia e primaria: confermare nei ruoli dello Stato i 6mila neoassunti con riserva

La richiesta del sindacato è quella di confermare nei ruoli dello Stato i 6mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l’anno di prova e assumere i 44mila colleghi inseriti con riserva nelle GaE, i quali da molti anni insegnano ormai nelle nostre scuole.

Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Tra poche ore le famiglie italiane si accorgeranno cosa vuol dire perdere il maestro del proprio figlio, dopo diversi anni, per colpa di una sentenza che non doveva neanche essere pronunciata, vista l’assenza di un conflitto di giudicato per una categoria, composta appunto dai docenti della scuola dell’infanzia e primaria, che è stato volutamente dimenticato dal Governo e dal Parlamento, anche con l’esclusione dal piano straordinario di assunzioni come dal nuovo sistema di formazione e reclutamento”.

Se un titolo è considerato abilitante e valido per partecipare ai concorsi, come tutte le altre abilitazioni conseguite entro il 2011, deve essere valido per inserirsi nelle graduatorie ad esaurimento.

Bisogna riaprire subito le GaE e permettere l’incontro tra domanda e offerta, per non permettere la moltiplicazione di quei corsi e ricorsi che la stessa Ministra Valeria Fedeli invita ad evitare. Già in due occasioni le GaE sono state riaperte dal Parlamento, nel 2008 e nel 2012, senza attendere il parere dell’Avvocatura dello Stato, peraltro ancora in ingiustificato silenzio.

La politica deve assumersi le sue responsabilità, dopo il fallimento del tavolo di confronto richiesto dai sindacati in scadenza di mandato. In caso contrario, la mobilitazione continuerà e partiranno le nuove azioni legali, per annullare in Europa o in Cassazione la sentenza della Plenaria.

Il nodo dell’aumento previsto al personale non docente

Al personale non docente della scuola pubblica in arrivo aumenti dal 2018 di soli 46 euro mensili per il collaboratore scolastico, 51 euro per gli assistenti amministrativi e tecnici, 66 euro per il DSGA a inizio carriera. La cifra, già di per sé inconsistente, tra l’altro è da considerare lordo Stato e al lordo dipendente, ovvero meno della metà al netto della tassazione di fine anno.

Ancora più miserevoli risultano gli arretrati: neanche un terzo per il 2017 e quasi nulla per il 2016. Risultano addirittura assenti i quattro mesi del 2015. E anziché partire dal 1° gennaio 201, si va a regime solo dal prossimo marzo. Peggio di così non poteva andare. L’Anief lo ha sempre detto, denunciando da subito l’intesa del 30 novembre 2016 firmata da CGIL, CISL e UIL.