Cronaca

Sciopero infermieri 12 e 13 aprile: ampia adesione a Catania

Sciopero infermieri 12 e 13 aprile. Ampia adesione a Catania, previsti disagi.

Sciopero di 48 ore del 12 e 13 aprile indetto dai sindacati di categoria dopo la mancata firma del Ccnl comparto Sanità: sono previsti disagi su tutto il territorio nazionale in ospedali, ambulatori e Asl, nell’erogazione dei servizi sanitari e amministrativi. Lo fa sapere NurSind annunciando anche che a Catania è prevista ampia adesione da parte dei professionisti della sanità.

Alla base della protesta le condizioni peggiorative previste per i lavoratori sia dal punto di vista economico che da quello normativo che inducono ad una indubbia disparità di trattamento tra le diverse categorie di statali.

Sciopero infermieri: il NurSind organizza assemblee informative retribuite

Il NurSind organizza su tutti i presidi ospedalieri di Catania delle assemblee informative retribuite cui potranno partecipare tutti gli infermieri che non potranno aderire allo sciopero.

«La questione contrattuale costituisce solo una delle tante problematiche».

Salvatore Vaccaro, segretario provinciale del sindacato delle professioni infermieristiche ha detto:”gli infermieri non ci stanno, a fronte di un aumento contrattuale irrisorio, dopo ben 9 anni di blocco, si sta chiedendo ai lavoratori di rinunciare ai diritti conquistati in decenni di azione sindacale». La proposta del nuovo contratto andrebbe a peggiorare la situazione lavorativa degli infermieri, con deroghe sugli orari di lavoro, meno fondi e abusi sugli straordinari.

Sciopero infermieri: l’adesione è massiccia

«L’adesione massiccia allo sciopero Nazionale degli infermieri di Catania è la cartina al tornasole di un disagio di categoria che ormai da anni colpisce in maniera indecorosa anche la vita privata di chi garantisce un servizio essenziale come la sanità pubblica» ha continuato Vaccaro.

Le previsioni per domani sono negative, il sindacato ha annunciato che in alcune zone è stato richiesto l’intervento delle prefetture poiché le aziende non hanno considerato il contingentamento del personale. La possibile conseguenza è la chiusura dei servizi di emergenza che garantirebbero i livelli minimi di assistenza.

Redazione

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