Sciopero generale del 13 dicembre: paralisi per i trasporti e i servizi pubblici
Oggi, venerdì 13 dicembre, c’è lo sciopero generale di 24 ore proclamato dal sindacato USB (Unione Sindacale di Base), che interessa trasversalmente il mondo del lavoro, coinvolgendo trasporti, scuola, sanità e altri settori. Le ripercussioni sono pesanti su tutto il territorio nazionale, con numerosi disagi per cittadini e lavoratori.
Nel settore dei trasporti, la situazione è particolarmente complessa. I servizi di metro, autobus e ferrovie urbane si fermano per 24 ore, ma rispettano le fasce protette comunicate a livello locale. A Roma, i mezzi pubblici sono garantiti dalle 5:30 alle 8:30 e dalle 17:00 alle 20:00, mentre a Milano i servizi funzionano regolarmente fino alle 8:45 e poi dalle 15:00 alle 18:00. Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, il personale addetto alla circolazione si ferma dalle 21:00 del 12 dicembre fino alle 20:59 di oggi.
Nonostante questo, sono garantite le fasce orarie di maggiore frequentazione, come quelle del mattino e della sera. Il trasporto marittimo è anch’esso bloccato per tutta la giornata, con limitazioni significative nei collegamenti con le isole maggiori e minori. Il trasporto aereo, invece, è esonerato dalla protesta e funziona regolarmente. Anche i taxi sono fermi per l’intera giornata, salvo garantire i servizi essenziali previsti dalla normativa.
Lo sciopero coinvolge anche altri settori chiave. Nelle scuole, il personale docente e ATA aderisce alla protesta per denunciare le difficoltà operative, i salari stagnanti e la mancanza di investimenti. Nel comparto sanitario, pur rispettando i servizi urgenti e indispensabili, si registrano interruzioni per le attività non essenziali.
Le motivazioni della protesta sono profonde e toccano diverse criticità. USB denuncia l’insufficienza dei rinnovi contrattuali, che mantengono i salari ben al di sotto dell’inflazione, con un conseguente calo del potere d’acquisto. Critica inoltre l’assenza di politiche abitative efficaci, l’aumento degli affitti e la mancanza di investimenti in edilizia popolare. Il sindacato punta il dito contro le politiche di privatizzazione dei servizi pubblici e la deindustrializzazione, che spingono il Paese verso una crescente dipendenza dal turismo e impoveriscono la sua autonomia produttiva. USB contesta infine le scelte del Governo Meloni, accusato di alimentare una logica bellica con aumenti di spesa per gli armamenti a discapito dei servizi pubblici.
La gestione dello sciopero ha generato anche uno scontro istituzionale. In un primo momento, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva emesso un’ordinanza per ridurre la durata della protesta a quattro ore. Tuttavia, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso del sindacato, ripristinando le 24 ore. Salvini ha definito questa giornata come “un caos annunciato”, mentre i rappresentanti di USB hanno accusato il ministro di un intervento tardivo e illegittimo. Francesco Staccioli, membro dell’esecutivo nazionale USB, ha ribadito che la durata dello sciopero resta di 24 ore, invitando le aziende a rettificare le comunicazioni errate fatte agli utenti.
Lo sciopero generale di oggi è quindi un atto di protesta che USB ritiene necessario per contrastare politiche che giudica penalizzanti per i lavoratori e i cittadini. Nonostante i disagi, il sindacato sottolinea l’urgenza di portare l’attenzione su problematiche strutturali che riguardano non solo il lavoro, ma anche le condizioni di vita e il sistema dei servizi pubblici in Italia.