Scilabra: deputati regionali presentano mozione di censura

Palermo 8 Ott 2014. Falcone, Cascio F., D’asero, Cordaro, Formica, Figuccia, Assenza, Papale, Milazzo G., Savona, Clemente, Grasso, Lo Sciuto, Alongi, Fontana, Vinciullo e Germanà, questi i nomi dei deputati regionali che hanno presentato una mozione di censura all’assessore alla Formazione Nelli Scilabra .

Si riporta il testo della mozione: “ L’assemblea Regionale Siciliana premesso che: la crisi che negli ultimi anni sta attraversando la Sicilia manifesta giorno dopo giorno sempre più la sua drammaticità, mettendo a dura prova soprattutto i giovani che rimangono depauperati di speranza e di prospettiva; per tentare di fronteggiare, ancorché in parte,tale difficile situazione nella primavera del 2012 viene previsto per la Sicilia il Piano di azione e coesione (P.A.C.), frutto di un accordo tra il Governo centrale e quello regionale, per l’utilizzo delle risorse liberate dalla minore partecipazione al cofinanziamento della spesa comunitaria; con il P.A.C. veniva stanziata la somma di 452 mln per la difesa e il sostegno dell’occupazione giovanile, con una specifica misura definita Piano Giovani ; in quasi tutte le altre Regioni d’Italia, questo strumento è già stato attivato da diverso tempo, in alcune persino in fase di dirittura d’arrivo,mentre, invece, in Sicilia solo da qualche mese sono state avviate le prime fasi operative; considerato che:il Piano Giovani incarna l’idea di stimolare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro;quindi, da un lato chi è alla ricerca di occupazione e, dall’altro, chi (aziende, professionisti, ecc.) vuole o ha la necessità di assumere; meritocrazia, trasparenza e linearità del procedimento erano i principi i su cui il Piano Giovani doveva basarsi; era la meritocrazia delle giovani generazioni, cui si doveva dare una prospettiva occupazionale, la trasparenza degli atti durante il procedimento amministrativo, nonché un trattamento paritario e uguale per tutti coloro che si relazionassero con la pubblica amministrazione; purtroppo, a distanza di appena qualche mese dal detto avvio operativo del procedimento, si è potuto constatare come i suddetti principi siano stati assolutamente disattesi e mortificati; piuttosto che far poggiare l’incrocio tra domanda di lavoro e offerta sui curricula dei giovani e, quindi, sulle loro attitudini e capacità pratiche, si è voluto privilegiare un sistema a sportello, assegnando i primi mille e seicento posti di tirocini formativi tramite un accreditamento telematico; ciò ha comportato che venissero privilegiati coloro che avessero maggiore capacità nel campo informatico o maggiore fortuna nella tempistica delle operazioni di accreditamento, rispetto a quei giovani che, a prescindere dai loro curricula, in assenza di strumenti e abilità telematiche o fortuna negli accessi al sistema, sono risultati esclusi; il Governo regionale e l’Assessore, che avevano stabilito tale metodo di selezione rispetto a quello dell’effettiva meritocrazia, decidevano, così di fissare un altro giorno, il 20 5 agosto u.s., per indire un ulteriore avviso, utilizzando il medesimo sistema dell’accreditamento a sportello, per assegnare ulteriori 800 tirocini formativi; questa volta il sistema di accesso, probabilmente per il sovraccarico, andava in tilt, bloccandosi quasi immediatamente, sterilizzando, di fatto, la nuova selezione, con la conseguente delusione per migliaia di giovani siciliani; preso atto che: sotto il profilo della linearità delle procedure il Piano Giovani evidenzia chiare incongruenze, prima tra tutte le assegnazioni di servizi tramite il ricorso agli affidamenti diretti, effettuati prima dalla Direzione generale alle società Italia Lavoro e ETT, poi, all’indomani del disastro del ‘click-day’ (5 agosto u.s.), su proposta dello stesso Assessore, dalla Giunta regionale di Governo; questo modo di procedere, nel merito sottrae risorse alle stesse finalità per cui il Piano Giovani era stato concepito, mentre, nel metodo, determina un aggiramento della norma, in quanto avvantaggia soggetti e strutture esterne alla pubblica Amministrazione, con la conseguente mortificazione della stessa burocrazia regionale; va sottolineato, tra l’altro, che il ricorso alle società esterne spegne ogni 20 speranza agli ex sportellisti, la maggioranza dei quali sono orientatori, quindi titolati alla funzione de qua; tenuto conto che: dinanzi al polverone di contestazioni e di polemiche sollevate, il dirigente generale Anna Rosa Corsello risolveva il contratto di ETT e revocava l’approvazione del progetto esecutivo di Italia Lavoro; diversamente, malgrado le varie proteste e, nel frattempo, l’accensione dei riflettori da parte della magistratura ordinaria (Procura della Repubblica di Palermo) e contabile (Corte dei conti), nessun atto consequenziale è arrivato dalla Giunta di Governo che, ad oggi, mantiene in vita le varie assegnazioni, dribblando, così la regolare procedura di evidenza pubblica; ritenuto che: altra grave contestazione va ravvisata nell’utilizzo improprio del piano di comunicazione, ovvero, sulla priorità dello stesso Piano Giovani, per il quale, a fronte di una previsione di spesa di 1,51 mln di euro, è stata formalizzata una short list’ di ben 94 esperti in comunicazione, volgarmente definiti esperti di facebook, cui assegnare le dette risorse; va sottolineato che il bando, che inizialmente prevedeva il reclutamento di appena 18 operatori, emanato sotto la scorsa campagna elettorale, doveva essere bloccato, a seguito di un ordine del giorno votato all’unanimità da questa Assemblea regionale, in quanto si prestava a strumentalizzazioni dal sapore clientelare, e che, malgrado l’atto di forte indirizzo politico, l’Assessore, in assoluto dispregio del Parlamento siciliano, procedeva comunque; udite anche le dichiarazioni, rese dall’Assessore in V Commissione legislativa permanente ‘cultura,formazione e lavoro’ in data 26 agosto u.s., su un’ipotetica mancata conoscenza degli atti, che collidono con la realtà che emerge dal carteggio prodotto e, in particolare modo, dalla stessa deliberazione di Giunta n. 223 del 6 agosto 2014, la quale evidenzia, in maniera inconfutabile, la volontà politica di procedere nella direzione testé descritta piuttosto che su altre. Pertanto, appare chiara la malafede dello stesso organo politico; considerato, inoltre, che la presente mozione non riguarda esclusivamente il fallimento del Piano Giovani, ma scaturisce, più in generale, dalla devastante gestione dell’intero comparto della istruzione e della formazione professionale siciliana, che può essere così riassunta:

a) mancata programmazione della terza annualità dell’Avviso 20/2011 per l’anno formativo 2014/2015, per la quale si è comunque affermato che verrà applicato un parametro di gran lunga inferiore rispetto a quello adottato dal citato Avviso e soprattutto difforme da quello medio della Youth Guarantee, adottato dal Governo nazionale e dalle altre Regioni; il parametro che vorrebbe applicare l’Assessorato rischia di generare ulteriori gravose ricadute sull’ occupazione degli addetti del settore, per effetto del dimezzamento del finanziamento totale rispetto al primo anno;

b) di conseguenza, il definitivo mancato ricollocamento dei dipendenti, circa 2300, dei numerosissimi enti cui, per irregolarità è stato revocato l’accreditamento;

c) mancato inizio del progetto Prometeo col CIAPI di Priolo per occupare, ancorché per sei mesi, circa 1400 unità dei detti enti definanziati;

d) mancata rendicontazione del PROF per gli anni 2010, 2011, 2012 e 2013, con la conseguenza che, per ciascuna di queste corsualità , gli enti non hanno potuto percepire il saldo del 20%, ritrovandosi, così, in grande sofferenza finanziaria rispetto alle necessità stipendiali dei loro dipendenti;

e) ritardo nell’espletamento degli esami finali, che ha impedito la rendicontazione da parte degli stessi enti di formazione;

f) incapacità di definire i pregressi rapporti giuridici, almeno quelli che hanno visto l’espletamento di oltre il 50% delle attività corsuali, tra gli enti cui è stato revocato l’accreditamento e l’Amministrazione regionale, con la conseguenza che vi sono almeno 2000 dipendenti i quali, nei confronti degli enti definanziati, vantano dalle 12 alle 18 mensilità arretrate, oltre al mancato versamento del tfr;

g) nell’IeFP (c.d. Obbligo Istruzione e Formazione), la mancata conclusione delle rendicontazioni, svolte dalle assistenze tecniche in assenza di un contradditorio con le istituzioni formative, risale addirittura all’anno formativo 2007/2008, nonché alle successive annualità ci impedisce, per gli enti, lo svincolo delle polizze fideiussorie e comporta dolorosissime ricadute finanziarie, a causa della mancata erogazione del saldo del 20%, per ciascun anno;

h) mancato svincolo delle polizze fideiussorie cui gli enti sono obbligati;

i) mancato inizio delle attività corsuali dei terzi anni dell’IeFP, relativo all’ anno scolastico 2013/2014;

l) mancata pubblicazione del bando per i quarti anni dell’IeFP;

m) mancato finanziamento degli stage e laboratori per i ragazzi provenienti dalla dispersione scolastica e iscritti ai primi e secondi anni;

n) mancata erogazione, sia nell’Avviso 20, sia nell’Avviso 19, che nei primi e secondi anni dell’IeFP, dei relativi acconti per le attività corsuali concluse ed in essere, con la conseguenza che circa 1000 dipendenti non percepiscono lo stipendio da oltre 20 mesi, mentre altri 1000 da circa 12 mesi;

o) mancato avvio dell’Avviso 18/2011, relativo ai corsi OSS (Operatore socio- sanitario), sebbene già finanziati dal 2012;

p) mancata definizione ed erogazione dei saldi dell’Avviso 6/2010, relativo agli antichi mestieri, malgrado i progetti siano stati conclusi già nel 2012;

q) mancato rispetto delle tempistiche e mancata adozione, per il secondo anno formativo 2013/2014 dell’Avviso 20, di adeguate procedure di certificazione della spesa e di monitoraggio della qualità della formazione erogata, con gravi rischi sul riconoscimento delle somme erogate da parte delle autorità preposte;

r) assenza, a tuttoggi, al di là dei proclami, di una vera proposta di riforma della formazione professionale in Sicilia che mettesse ordine al settore, con la garanzia dei livelli occupazionali;

s) emanazione dell’Albo degli operatori del settore che, in difformità con quanto previsto dalla l.r. n.24 del 1976, introducendo per via amministrativa, piuttosto che con norma, uno sbarramento temporale al 31.12.2008, rischia di produrre una serie di contenziosi;

t) depauperamento e grave carenza di personale dipendente della Regione sia nei due Servizi Programmazione che, soprattutto, in quelli di gestione e monitoraggio/rendicontazione del Dipartimento, specie in quelli dedicati all’IeFP, con i consequenziali rallentamenti e le inevitabili inadempienze amministrative;

u) di contro, affidamento di interi servizi, dall’accreditamento alla rendicontazione, passando per i sistemi informativi (Caronte e Faros, spesso e anche recentemente in blackout) ad una decina di società esterne che si occupano di assistenza tecnica; atteso, tra l’altro, che vi sono, inoltre, ben 1753 soggetti, impegnati in progetti di orientamento al lavoro (ex sportellisti) che, per quanto appartenenti al Dipartimento Lavoro, sono comunque tutti provenienti dal bacino della formazione professionale e, specificatamente, dagli enti di formazione; per questi soggetti, non solo non è stato ancora riconosciuto un percorso di garanzia occupazionale, ma non si è nemmeno costruita una strategia di concreta prospettiva; in considerazione inoltre, dell’unanime disapprovazione del mondo sindacale, nonché di quello datoriale, esprime censura nei confronti dell’assessore per l’istruzione e la formazione professionale per avere disatteso, mortificandole, le aspettative e speranze di tanti giovani siciliani, nonché per avere ridotto al collasso l’intero settore dell’ istruzione e formazione professionale e precluso, per di più ogni strategia di politiche del lavoro legate alla formazione dei giovani,lo invita ad un conseguente atto di responsabilità che lo porti a rassegnare le dimissioni.