Anche l’asparago oggi non ha più segreti. Un team di ricercatori CREA del centro di Genomica e Bioinformatica ha contribuito alla decodifica del genoma, questo consentirà di individuare in maniera puntuale le caratteristiche agronomiche, nutraceutiche e fisiologiche.
Grazie a questo studio, sarà possibile riconoscere le caratteristiche migliorabili attraverso l’impiego delle nuove tecnologie: come per esempio la precocità, la dimensione, la presenza di antiossidanti, la resistenza ai patogeni e agli stress ambientali. La conoscenza del genoma renderà più efficiente il lavoro di selezione che permette di ottenere nuove varietà di asparago in grado di soddisfare le richieste di un consumatore sempre più esigente.
I ricercatori del CREA, guidati da Agostino Falavigna, già direttore della sede CREA di Montanaso (Lodi), hanno partecipato ad un consorzio internazionale guidato dalla Università della Georgia (Athens, USA) con il coinvolgimento, tra gli altri, anche dell’Università di Reggio Calabria che ha decodificato il genoma permettendo l’individuazione dei geni implicati nella determinazione del sesso dell’asparago, una variabile importante per la produzione commerciale.
Non tutti sanno, infatti, che l’asparago presenta piante maschili e piante femminili distinte, che, per formare il frutto e il seme, necessitano di essere impollinate da un’ape. Una scoperta che consentirà di ridurre i tempi individuando il sesso nelle piantine senza aspettare la fioritura. Tale meccanismo potrebbe fungere, inoltre, da modello anche per la comprensione della determinazione sessuale di altre piante analoghe, tipo il kiwi.
«La nostra ricerca – spiega Giuseppe Leonardo Rotino, ricercatore del CREA, Centro di Ricerca Genomica e Bioinformatica – affonda le radici nella scoperta nella collezione del CREA di una pianta mutante ermafrodita, contenente cioè nello stesso fiore al contempo gli organi maschili e femminile completamente fertili, in grado quindi di autofecondarsi. L’ermafroditismo è un carattere trasferibile che semplifica l’analisi genetica ed è stato oggetto di un brevetto con la ditta sementiera Limseed».
Una versione online del lavoro pubblicato su Nature Communications è consultabile al seguente link: http://www.nature.com/ncomms doi: 10.1038/s41467-017-01064-8.
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