PALERMO (ITALPRESS) – “Forza Italia non sarà a trazione nordista, sarà a trazione nazionale grazie alle modifiche che porteranno all’elezione di quattro vicepresidenti e la Sicilia avrà il suo giusto peso”. Lo dice il presidente della Regione Sicilia ed esponente di spicco di Forza Italia, Renato Schifani, in un’intervista a Repubblica.
Schifani, dopo aver giudicato “ottimi come sempre, di cordialità e rispetto” i suoi rapporti con l’attuale numero uno del partito Antonio Tajani, aver rivelato di sentirsi ogni tanto con Paolo Berlusconi (“con Marina meno, con lui ho un ottimo rapporto, molto cordiale e gradevole”) e dimostrato una sorta di indifferenza nei confronti di Miccichè “Io non l’ho incontrato, non è iscritto al nostro gruppo all’Ars. Forse ha ancora la tessera di Forza Italia e partecipa come iscritto al partito”, ha chiarito anche i suoi rapporti con Totò Cuffaro: “Con Cuffaro ci conosciamo da più di 20 anni, abbiamo entrambi una formazione politica moderata anche se lui ha iniziato a fare politica molto prima. Ha avuto momenti difficili durante i quali io non l’ho mai rinnegato come amico. Ha espiato la sua pena con dignità ed è tornato in politica come è consentito a tutti i cittadini e sta ottenendo grandi consensi. Ma l’alleanza politica non è fra Schifani e Cuffaro, c’è una mia proposta politica che Tajani ha apprezzato per trasformare il partito da leaderistico in pluralistico. Quindi di raccogliere in Forza Italia per le Europee tutti i partiti che si riconoscono nei valori del partito popolare europeo. In Sicilia c’è Cuffaro ma anche Lombardo, in Liguria ci sono Toti e Scajola ma potrei continuare all’infinito”.
Schifani ha inoltre ribadito il suo appello nei confronti della burocrazia. “A dicembre 2022, a un anno dalla scadenza del periodo 2014-20 erano stati spesi solo 2 miliardi e se ne dovevano spendere altrettanti in un anno. Abbiamo fatto i salti mortali, abbiamo rinegoziato un nuovo programma. Ho riunito i direttori con 8 giorni di preavviso per fare un punto e superare le criticità, per aiutarli se c’erano problemi da risolvere. Così non nego di essere rimasto molto amareggiato per alcune assenze non preannunciate. Poi gli assenti si sono giustificati ma per me in alcuni casi la forma è sostanza. Spero che anche chi era assente riesca a recuperare i ritardi”.
Sempre sui cosiddetti “burocrati”: “L’organico è sottodimensionato e i dirigenti fanno il massimo possibile. Per fortuna fra qualche giorno firmando il nuovo patto con il governo nazionale si allargherà un pò la stretta e potremo far partire i concorsi. Per il resto io non faccio nessuna guerra politica ai dirigenti ma pretendo che, come prevede la legge Bassanini, esercitino i poteri decisionali che spettano alla burocrazia invece di rallentarli o non esercitarli”.
Infine, a proposito di possibili dissidi con la Chiesa, Schifani spiega: “Chi conosce la mia vita pubblica sa i rapporti di rispetto che ho avuto con i cardinali Bertone, Ruini, Bagnasco, Fisichella. Pensare che io volessi polemizzare con il mondo della Chiesa è fuori di logica. Quel giorno mentre correvamo tutti per combattere gli incendi mi è sembrato inopportuno che il vescovo, in quelle ore delicate, stimolasse i cittadini alla protesta”.
Foto: Agenzia Fotogramma
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