Scala dei Turchi sequestrata dalla Procura, c’è anche un indagato

Scala dei Turchi sequestrata. L’indagato è Ferdinando Sciabarrà, catastalmente proprietario di una grossa parte dell’area della Scala dei Turchi, il reato contestato dalla magistratura è di occupazione di demanio pubblico.  L’uomo è anche indagato per danneggiamento al patrimonio archeologico, storico e artistico nazionale.

Intanto la Procura di Agrigento ha posto sotto sequestro l’intera area della Scala dei Turchi, uno dei tratti più suggestivi della Sicilia sul litorale agrigentino, caratterizzato da una parete di marna bianca.

“La decisione della Procura della Repubblica di Agrigento pone fine alla annosa controversia tra il Comune di Realmonte ed il presunto proprietario della Scala dei Turchi, bene naturale che da tempo la Regione ha sottoposto a vincolo paesaggistico”.
Lo dichiara l’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro, commentando il provvedimento di sequestro dell’area del litorale agrigentino.

Scala dei Turchi sequestrata: subito un progetto di tutela

“Adesso – continua l’assessore – ci sono tutte le condizioni per elaborare e finanziare un progetto di tutela e, al tempo stesso, regolamentare la fruizione di uno dei tratti di costa più suggestivi dell’Isola, coniugando il diritto del visitatore con la conseguente esigenza della salvaguardia dell’area. La riservatezza che imponeva l’indagine della magistratura in corso ha suggerito al governo regionale di non replicare alle provocatorie dichiarazioni di chi, spesso, più che badare agli interessi generali, sembra salvaguardare solo i propri”.
Nelle scorse settimane, a Palazzo Orleans, il presidente della Regione Nello Musumeci aveva già incontrato i rappresentanti locali ed i tecnici per delineare un percorso virtuoso con l’obiettivo finale dell’apposizione del vincolo sulla spiaggia, ma anche per l’adozione di tutte le iniziative utili a proteggere la scogliera di marna bianca.
“La strada intrapresa da tempo dal governo regionale – conclude Toto Cordaro – è stata chiara fin dall’inizio: la tutela del bene è prioritaria rispetto ad ogni altra cosa. Il provvedimento della magistratura smentisce le ricostruzioni fantasiose e le indiscrezioni infondate che si sono susseguite negli ultimi mesi. Adesso dobbiamo accelerare sul percorso già stabilito”.