Sbarco tunisini, incendio in mare per attirare l’attenzione. Hanno dai 25 ai 36 anni, i tre tunisini che a Ragusa sono stati fermati da polizia, guardia di finanza e carabinieri, in quanto ritenuti gli scafisti dei 36 connazionali salvati dalla nave francese Jean-Francois Deniau. I tre hanno inscenato un incendio in mare per attrarre l’attenzione. Lo sbarco era avvenuto domenica scorsa nel porto di Pozzallo.
Solo due giorni fa erano arrivati ad Augusta altri 431 migranti, partiti dalla Libia e soccorsi in mare dalla nave della Ong spagnola “Open Arms”.
Gli extracomunitari partiti, diretti in Italia, avrebbero pagato circa duemila euro a testa per poter salire sul barcone, partito dalla Tunisia. Dalle indagini è emerso che i tre sarebbero stati in accordo con gli organizzatori tunisini. Sembra che i presunti scafisti abbiano bruciato dei vestiti per attirare l’attenzione delle navi che si trovavano nelle vicinanze.
Escamotage che ha dato i suoi frutti, perchè il barcone è stato avvicinato dalla Jean-Francois Deniau, che ha salvato i migranti a bordo. Sette delle persone sbarcate a Pozzallo erano già state in Italia, ed erano state espulse o respinte. Due, invece, sono stati arrestati, perchè hanno cercato di tornare in Italia prima che fossero trascorsi dei cinque anni.
Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno, i migranti sbarcati in Italia dal 1° gennaio al 24 novembre 2017 sarebbero 115.159: il 32,55 in meno rispetto al 2016, quando sulle coste italiane erano sbarcati 170.723 extracomunitari. Nella top ten dei porti maggiormente interessanti dagli sbarchi, 6 sono siciliani: Augusta e Catania in testa, rispettivamente con 15.200 e 15.167 migranti accolti. Diminuisce sensibilmente, rispetto al 2016, anche il numero dei minori non accompagnati, che da 25.846, passa nel 2017 a 14.579
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