Non si arrestano gli sbarchi, con le condizioni ottimali del mare anzi, sono aumentati in modo preoccupante. L’Italia ha comunicato ufficialmente alla Commissione europea che sul tema dell’immigrazione la situazione che sta affrontando il nostro Paese è “grave”. E spunta l’ipotesi di chiudere i porti italiani alle navi straniere.
Dodicimila i migranti sbarcati nelle ultime 48 ore da 22 navi, molte di queste di organizzazioni non governative.. L’esecutivo italiano sta valutando seriamente la chiusura dei porti per la situazione di collasso. Negare l’approdo nei porti del Paese alle navi che effettuano salvataggi dei migranti davanti alla Libia ma battono bandiera diversa dalla nostra.
La decisione potrebbe arrivare dal momento che la situazione è ormai “insostenibile”. Tutte le imbarcazioni attive nel Mediterraneo centrali conducono le persone soccorse in Italia.
L’eventuale blocco dei porti italiani riguarderebbe non solo le navi delle organizzazioni non governative che operano nel Mediterraneo centrale ma anche le unità navali inserite in Frontex, l’Agenzia cui spetta il controllo delle frontiere esterne dell’Ue, e in Eunavformed, l’operazione che ha il compito di contrastare nel canale di Sicilia i trafficanti di esseri umani, alla quale partecipano 25 nazioni europee.
Sbarcati a Pozzallo 673 migranti dal pattugliatore ‘Comandante Foscari’ della guardia costiera. A bordo, purtroppo, anche un bimbo morto alcune ore dopo essere stato soccorso dalla nave italiana per complicazioni post parto. La madre, una somala di 26 anni, aveva partorito a bordo del barcone durante la navigazione nel Mediterraneo, dalla Libia alla Sicilia. La donna è stata sbarcata per essere medicata e sottoposta a visita specialistica.
La centrale operativa della Guardia Costiera ha inoltre coordinato 5 operazioni di soccorso che hanno consentito di salvare altre 650 persone tra uomini, donne e bambini. I migranti erano a bordo di 4 gommoni e una piccola imbarcazione.
“Siamo ai limiti” – “L’Europa non può voltarsi dall’altra parte”, ha detto Massari al commissario Avramopoulos, evidenziando che l’allarme sbarchi è ai limiti della capacità di gestione, con un pesante impatto sulla vita socio-politica del Paese.
L’Italia, sottolineano le fonti governative, continuerà a salvare vite in mare come sempre ha fatto in questi anni, ma non è più sostenibile che tutto il peso dell’accoglienza debba gravare sul nostro Paese. Salvataggi e accoglienza non possono essere disgiunti e dunque il contributo dell’Ue non dovrà limitarsi alle operazioni di soccorso in mare.
Questi numeri «hanno portato al limite le capacità dell’Italia di gestione degli sbarchi». Da parte sua il Viminale ha diffuso una nota per rimarcare che da gennaio a oggi sono sbarcati sulle coste italiane 76.873 migranti, con un’impennata del 13,43% rispetto al medesimo periodo dell’anno passato. Di questi, ben 9.761 sono minori.
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