367 migranti a Palermo: la Caritas interviene
Palermo – Sono arrivati oggi al porto di Palermo, a bordo di una nave della Marina Militare, i 367 migranti soccorsi ieri nel Canale di Sicilia. La Caritas di Palermo e i suoi volontari hanno preso parte alla task-force che ha accolto gli immigrati al loro arrivo. Presenti sul posto, il direttore della Caritas di Palermo, don Sergio Mattaliano, 20 volontari e una composita squadra di operatori , psicologi e assistenti sociali che da diversi anni si occupano di problematiche legate all’ immigrazione.
Al loro arrivo, ai migranti sono stati distribuiti beni di prima necessità, quali cibo, acqua, vestiti e scarpe.
La Caritas diocesana di Palermo ha inoltre dato la propria disponibilità a ospitare presso il proprio Centro di accoglienza straordinaria (Cas) “Centro San Carlo e Santa Rosalia”, 55 immigrati, di cui 25 donne, alcune delle quali con bambini, e 30 uomini.
I 55 migranti verranno accolti in parte, di cui soprattutto donne, all’interno dei locali del “Centro Santa Rosalia” di vicolo San Carlo, dove attualmente sono presenti già 13 immigrate di diversa etnia, provenienti dagli sbarchi precedenti del mese di maggio e soccorse sempre nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum.
Un secondo gruppo, invece, costituito da soli uomini, verrà ospitato presso la struttura di Padre Messina, al Foro Italico, dove la Caritas già accoglie diversi immigrati uomini.
«Abbiamo dato disponibilità a dare un riparo a questi nostri fratelli e sorelle migranti – ha dichiarato don Sergio Mattaliano, direttore della Caritas di Palermo, oggi presente al porto – aprendo le porte di due strutture caritative, che da gennaio sono operative per dare accoglienza straordinaria di immigrati. Abbiamo già provveduto a fornire loro cibo, acqua e altri beni di prima necessità e cercheremo di fornire loro ospitalità nel migliore dei modi possibili. Per questo devo ringraziare tutti i volontari e gli operatori della Caritas di Palermo che oggi hanno dimostrato tanto impegno e tanta solidarietà, permettendo così di dare una mano ai più bisognosi».
Continua così senza sosta l’accoglienza di donne immigrate al “Centro Santa Rosalia” della Caritas di Palermo. Tredici le donne ospitate stabilmente e due i bambini ricoverati in ospedale. Fino a tre giorni fa, 25 eritree, ieri andate via tutte volontariamente, erano state accolte nei giorni scorsi, a seguito dello sbarco di Pozzallo del 31 maggio scorso.
Il “Centro Santa Rosalia”, avviato nel gennaio scorso, nasce come centro di accoglienza straordinaria (Cas) di donne immigrate, sbarcate in Sicilia e soccorse dalle navi dell’operazione Mare Nostrum.
La struttura, che si erge su tre ampi piani e ubicata in vicolo San Carlo 62, accanto all’omonima chiesa, può ospitare fino a 40 donne immigrate, alle quali, oltre a un posto letto per la sera, sono garantiti anche i pasti, servizi di igiene e pulizia personali, vestiario e altri beni di prima necessità. L’obiettivo principale è quello di dare un riparo, sebbene temporaneo, alle migranti, in attesa che vengano accolte in un ente della rete Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) e che facciano richiesta e ottengano almeno il permesso di soggiorno temporaneo di 6 mesi.
In quanto Cas, il Centro Santa Rosalia è contattato periodicamente dalla Prefettura, che, informata quotidianamente dai responsabili del numero di posti disponibili, trasferisce gruppi di immigrate provenienti quasi tutte dai nuovi sbarchi.
«Questo centro nasce ed è stato voluto in seguito alla tragedia del 3 ottobre avvenuta a Lampedusa. Proprio qualche giorno prima io fui nominato direttore della Caritas di Palermo – ha affermato don Sergio Mattaliano -. La mia esperienza in Caritas, dunque, iniziò così. In quell’occasione e poi in diverse altre, assistetti alle condizioni traumatiche e tragiche degli sbarchi. La sofferenza dei fratelli e sorelle immigrati. A dicembre, poi, la Caritas Italiana ha chiesto di ospitare temporaneamente alcuni migranti provenienti da un centro di accoglienza di Messina. A gennaio, così, decidemmo di aderire alla rete dei Cas e di creare un centro di accoglienza maschile, al Punto incontro giovani nella struttura di Padre Messina, e un secondo destinato a donne e bambini accompagnati dalle mamme, che è appunto il Centro San Carlo e Santa Rosalia. Si tratta di un’esperienza che ci impegna molto ma che ci permette anche di uscire da certi parametri ingessati, per usare le parole di Papa Francesco, e di far emergere la multiculturalità della Chiesa Cattolica. A guidare il centro è adesso uno spirito di rinnovamento che il Signore vuole e che il Vangelo predica. Senza lo spirito cristiano del rinnovamento, l’accoglienza rischia di diventare solo un mero servizio».