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Sanità, le liste d’attesa verso una svolta

ROMA (ITALPRESS) – l’istituzione di un Sistema nazionale di governo e di una piattaforma nazionale delle liste d’attesa, visite specialistiche anche nei weekend, l’incremento del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dai privati, una nuova stretta sui “gettonisti”. Sono alcune delle misure previste dalla bozza del decreto legge che riguarda i tempi dell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Il provvedimento, che si attende prossimamente in Consiglio dei ministri, è finalizzato alla riduzione delle liste d’attesa.
Secondo la bozza, che elenca anche i diritti dei cittadini in materia di prestazioni sanitarie, tra l’altro, viene istituito presso il Ministero della Salute il “Sistema Nazionale di Governo delle Liste di Attesa”, con l’obiettivo di “implementare l’efficacia del coordinamento di livello nazionale per la riduzione e il superamento delle liste di attesa, con particolare riguardo alla risoluzione delle diseguaglianze regionali e del fenomeno della mobilità attiva e passiva”, si legge nel testo. Tale sistema, secondo la bozza del provvedimento, sarà “governato da una Cabina di Regia (CdR) istituita presso li Ministero della salute”.
Tra le misure più rilevanti anche quelle che riguardano il ruolo – in tale contesto – delle strutture di diritto privato.
All’articolo 16 della bozza vi sono disposizioni sui limiti di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati. L’incremento dell’1% per il 2024, previsto nella legge di bilancio, passa al 2%. Per il 2025, invece, la percentuale viene aumentata dal 3 al 4% e dal 4% al 5% a partire dal 2026.
Una misura accolta positivamente dalle strutture private. “A pochi mesi dall’approvazione della manovra di Bilancio 2024, l’ulteriore incremento del tetto di spesa per l’acquisto di prestazioni sanitarie dalle strutture di diritto privato, fissato nel 2012, in periodo di Spending Review, è una scelta che registriamo positivamente”, ha detto all’Italpress Barbara Cittadini, presidente nazionale di Aiop, l’Associazione Italiana delle aziende sanitarie ospedaliere e territoriali e delle aziende socio-sanitarie residenziali e territoriali di diritto privato.
“E’ il riconoscimento tangibile di un cambio di paradigma – ha proseguito Cittadini – che Aiop ha, sempre, promosso e che valorizza il lavoro sinergico delle due componenti del SSN per garantire una risposta puntuale, efficiente ed efficace alla domanda di salute della popolazione.
In un frangente tanto delicato per la sanità, nel quale la popolazione continua ad avere difficoltà di accesso alle cure e gli ospedali di diritto pubblico hanno raggiunto la massima capacità produttiva, coinvolgere le strutture di diritto privato, che hanno una potenzialità inespressa – ha sottolineato -, è una scelta lungimirante di questo Governo in considerazione del fatto che, come nelle intenzioni del Legislatore del 1978, il Servizio sanitario nazionale non opera distinzioni fondate sulla natura giuridica delle strutture che operano per suo conto”.
Secondo la bozza del decreto le prestazioni salvavita effettuate dai pronto soccorso delle strutture ospedaliere private accreditate “non sono in ogni caso soggette al limite di spesa” testo.
“Riteniamo particolarmente rilevante – ha affermato Cittadini – la previsione che esclude dal vincolo imposto dal DL 95/2012 le prestazioni salvavita erogate dai pronto soccorso delle strutture accreditate: non può esserci limite di spesa quando si parla, letteralmente, di salvare delle vite”.
Tra le altre misure, anche l’istituzione presso l’Agenas si una “Piattaforma nazionale delle Liste di Attesa” finalizzata a “realizzare l’interoperabilità con le piattaforme per le liste di attesa relative a ciascuna regione e provincia autonoma”.
Previsto anche, nel sito internet istituzionale del Ministero della salute, il registro delle segnalazioni per il mancato rispetto dei diritti dei cittadini.
Cambiamenti anche per i valori della spesa per il personale delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale, che vengono incrementati, e per il contrasto al fenomeno dei cosiddetti “gettonisti” con la possibilità, fino al 2026, di “reclutare il personale del comparto e della dirigenza medica e sanitaria nonchè delle professioni sanitarie attraverso forme di lavoro autonomo, anche di collaborazione coordinata e continuativa”.
La bozza fa riferimento anche a un CUP unico a livello regionale o infra-regionale cui devono afferire gli erogatori pubblici e quelli privati accreditati ospedalieri e ambulatoriali e prevede la possibilità di svolgere visite diagnostiche e specialistiche anche di sabato e domenica e con una fascia oraria prolungata.
foto: agenzia Fotogramma

Redazione

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