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Sanità, ennesimo autogol di Crocetta sul caso Humanitas

Dopo la richiesta di dimissioni preannunciata da Forza Italia, il Presidente Crocetta difende la Borsellino e minaccia querele per diffamazione a chi “distorce la verità”.
E lo fà con una singolare interpretazione della sentenza del Tar che ha annullato il provvedimento di revoca per l’accredito di altri 70 posti convenzionati nel nuovo centro oncologico che il gruppo Humanitas, voleva realizzare nel catanese.
Crocetta ha dichiarato di aver annullato la delibera di autorizzazione in seguito alle pressioni politiche (le minacce di crisi dell’Udc D’Alia), con ciò ammettendo di subordinare le esigenze di efficienza della Sanità, alla sopravvivenza del governo. L’ennesimo autogol di un Presidente che da tempo ha perso la bussola, ammesso che l’abbia mai avuta.
Intanto prosegue l’azione di smantellamento dei punti nascita non previsti nella nuova rete varata lo scorso 23 gennaio. Un provvedimento che è anche la conseguenza delle polemiche politiche legate alla morte della piccola Nicole, avvenuta dopo il parto a Catania per mancanza di posti letto in rianimazione pediatrica.
L’assessore Borsellino ha dato disposizioni alle Aziende sanitarie sedi di punti nascita per i quali è prevista la dismissione nella nuova rete ospedaliera, di avviare gli ulteriori procedimenti di chiusura, con il mantenimento, nei presidi pubblici di interesse, della temporanea guardia attiva ostetrico-ginecologica h24 fino al completamento della dismissione.
Le aziende dovranno garantire la messa in sicurezza del percorso di assistenza alle future mamme, assicurando contemporaneamente le condizioni di ricettività in sicurezza dei Punti Nascita che dovranno accogliere la maggiore domanda, nonché altre attività di supporto alle famiglie.
Le Aziende interessate – dice l’assessorato – dovranno curare, anche, le dovute attività di informazione e comunicazione da concertare con i territori sulla nuova organizzazione dei servizi per l’assistenza materno-infantile nonchè il collegamento funzionale con gli stessi ambiti territoriali. Si prevede dunque la chiusura dei punti nascita di Licata, Paternò e Cefalù.
Hanno già cessato le attività legate al parto 15 punti nascita pubblici e privati: dal 2012 Leonforte e Piazza Armerina; dal 2013 Niscemi, Mazzarino, Augusta, Alcamo, Mazara; dal 2014 Barcellona e Mistretta, oltre alle case di cura private Valsalva di Catania, Orestano e Demma di Palermo, Villa Rizzo di Siracusa e Villa dei Gerani di Trapani.

Redazione

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