San Vito Lo Capo, alla Riserva dello Zingaro partono i lavori alla Torre dell’Impiso
Pronti a partire a San Vito Lo Capo, nel Trapanese, i lavori per la messa in sicurezza della Torre dell’Impiso e dell’ingresso nella Riserva dello Zingaro. La Struttura contro il dissesto idrogeologico, guidata dal governatore Nello Musumeci, ha infatti aggiudicata la gara per stabilizzare il versante che riveste una grande importanza dal punto di vista naturalistico. Definiti tutti i passaggi amministrativi, gli Uffici di piazza Ignazio Florio diretti da Maurizio Croce sono pronti a consegnare i lavori alla Cma srls di Teramo, che si è piazzata al primo posto della graduatoria in virtù di un ribasso pari al 32,8 per cento e per un importo di 150 mila euro.
Si chiude così dopo una decina d’anni una situazione complessa. L’intervento servirà a mitigare il rischio di caduta massi su due arterie viarie, quella di accesso alla Riserva dello Zingaro e la Provinciale 63. I lavori insisteranno sulla parete rocciosa sovrastante il sito. La porzione stradale interessata è quella sulla quale, nel recente passato, venne collocata una barriera di protezione che avrebbe dovuto essere provvisoria e che, di fatto, ha causato un notevole restringimento della carreggiata, con grave pregiudizio per l’accesso ai bus turistici che qui arrivano in ogni periodo dell’anno.
A dominare il paesaggio, al centro del pendio e a picco sul mare, la Torre dell’Impiso, una delle costruzioni di difesa erette per proteggere le coste siciliane in un’area nella quale predominano bancate subverticali di natura calcareo-dolomitica. Frequenti, negli ultimi anni, gli episodi di distacco di blocchi lapidei. Le soluzioni tecniche previste, e che comunque non saranno invasive considerata la specificità del luogo, sono sia di tipo attivo – scerbatura e disgaggio leggero, effettuato in cordata mediante tecniche speleo-alpinistiche e finalizzato all’installazione della rete metallica a maglia esagonale e a doppia torsione – ma anche di tipo passivo tra cui barriere paramassi con capacità di assorbimento pari a 100 kilojoule. Il progetto prevede anche interventi di ingegneria naturalistica con l’installazione di viminate seminterrate in legno.