“…credetemi è una situazione psicologica davvero angosciante… per strada già da un mese si vedono le vetrine tutte addobbate con cuori… e pensare che il mio ex, dopo 8 anni insieme, lo festeggerà con un’altra mi angoscia… in fondo è solo un giorno ma si accentua la mia solitudine sentimentale…e per di più lo passerò con un mio amico per cui ho iniziato a sentire qualcosa mentre per lui sono solo un’amica…che tristezza…tutti innamorati…mi rammarica aver perso l’amore e pensare di non trovarlo più….. una vita senza amore è angosciante….”
“… sono troppo triste, odio questa festa e venerdì non farò altro che piangere, stringendo i regali che Marco mi ha fatto mentre penso che lui se ne sta fregando di me. I miei amici non capiscono, mi dicono di uscire con loro… ma perché invece non mi vengono a consolare? Mi sento sola e inutile e odio tutti…”
Il vissuto emotivo carico di angoscia, odio, tristezza e solitudine che descrivono queste due ragazze richiama alla mente un fenomeno che alcuni definiscono “Sindrome da San Valentino”, ovvero un insieme di emozioni negative che uomini e donne single proverebbero a causa del sentimento di esclusione che viene scatenato proprio dalla festa degli innamorati.
Secondo una ricerca psicologica, questa sindrome colpirebbe una trentenne solitaria su due ed un quarantenne su tre.
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Il maggiore rischio di sviluppare questa sindrome lo correrebbe chi è rimasto single da poco tempo, mentre sembrerebbe più al sicuro chi è ormai senza partner da un periodo più lungo e che quindi, grazie al tempo trascorso, avrebbe avuto modo di sviluppare strategie funzionali per combattere la solitudine amorosa.
Quando ci si sente soli e si provano emozioni negative come rabbia, tristezza e magari anche una leggera invidia nel vedere gli altri felici ed innamorati, è un’esperienza assolutamente normale.
Il problema, (soprattutto durante l’adolescenza, in cui le emozioni sono vissute in maniera più intensa) sorge nel momento in cui l’emotività raggiunge un livello talmente elevato, da portare la persona a provare angoscia e disperazione, sentimenti negativi che – piuttosto che spingere la persona ad affrontare la situazione e migliorare il proprio stato d’animo, per esempio provando piacere uscendo con gli amici – la conducono ad isolarsi ancora più, incastrandola in un circolo vizioso dove le emozioni positive non riescono più ad emergere.
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L’atteggiamento frequente è infatti quello di usare il pianto ed il lamento per far capire agli altri la propria disperazione; a volte questo comportamento può, in un primo tempo, dare la sensazione di risultare quello vincente, perché capace di avvicinare alcuni amici più disponibili ma, prima o poi, porta gli altri a scegliere di allontanarsi perché capiscono che, anche con il loro sostegno, la situazione non cambia.
Questo non vuol dire che è corretto sforzarsi di essere felici quando si è tristi, ma trascorrere il proprio tempo con gli amici o organizzare qualsiasi attività che procura piacere – anche il giorno di San Valentino – è una strategia utile e necessaria per mitigare il vissuto di solitudine e tenere lontani sentimenti devastanti come angoscia e disperazione.
Dott.ssa Valentina Visani – Palermo
Psicologa – Specialista in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale
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