Salvini “Lo Ius Soli un incentivo agli scafisti”
ROMA (ITALPRESS) – “Cosa avremmo letto sui giornali se il ministro fossi stato io anziché Lamorgese? Dall’inizio dell’anno a ieri abbiamo contato 31.853 arrivi, contro i 14.935 dello stesso periodo di un anno fa e i 4.120 del 2019 (con la Lega al ministero)”. Lo scrive il leader della Lega, Matteo Salvini, in una lettera al quotidiano La Stampa.
“Lamorgese chiede suggerimenti, ma il problema è che l’immigrazione va gestita nel suo complesso. La Lega aveva e ha ben chiaro l’obiettivo – aggiunge -: diminuire le tragedie del mare e difendere i confini. Per questo eravamo intervenuti a 360 gradi. Noi avevamo approvato i Decreti sicurezza, prevedendo la possibilità di vietare l’ingresso nelle acque territoriali. Avevamo cancellato l’assurdità dei permessi cosiddetti umanitari. Incrementato la possibilità di tenere i clandestini nei centri permanenti per i rimpatri, in attesa di espulsione. Tagliato i costi dell’accoglienza. Chiuso i mega centri come il Cara di Mineo e altre vergogne sparse per l’Italia. Avevamo confermato gli accordi con la Libia. Nel 2018, con la Lega appena arrivata al governo, le Ong avevano portato in Italia 5.993 persone, diventate 1.998 nel 2019. Nel 2021 siamo già a quota 5.050”.
“L’obiettivo dell’attuale ministro qual è? Lamorgese ha modificato (in peggio) i decreti sicurezza, ha invitato le ong al Viminale, ha aumentato i costi dell’accoglienza, ha caldeggiato la sanatoria voluta da sinistra e 5 Stelle, ha negato l’emergenza immigrazione fino a poche ore fa. Ciliegina sulla torta, ora rilancia perfino sullo Ius soli. Un altro messaggio che darà linfa agli scafisti proprio mentre la Tunisia sta vivendo una crisi drammatica che mette a rischio l’intera Europa – sottolinea l’ex ministro dell’Interno -. Ricordo a Lamorgese e al Pd che con l’attuale legge sulla cittadinanza il nostro Paese celebra più di 112mila nuovi italiani all’anno: con la Germania, siamo in testa alla classifica tra i paesi dell’Unione europea. Non solo. Ritengo discriminatorio riflettere sulla cittadinanza dopo le emozioni che i nostri atleti ci hanno regalato a Tokyo: uno sportivo non ha più diritti di un idraulico o di un cameriere. L’integrazione è un obbligo, non un optional, e per questo la scuola è fondamentale”.