Mancano pochi giorni all’avvio della IV edizione di SabirFest, cultura e cittadinanza mediterranea, che, allargando ulteriormente il suo sguardo sul bacino del Mediterraneo, si svolgerà dal 5 all’8 ottobre a Messina a Catania e quest’anno – il 6 e il 7 ottobre – anche a Reggio Calabria.
Il tema guida di questa edizione è (s)cortesie per gli ospiti, che sintetizza, con la consueta ironia, l’invito di Sabirfest a riflettere – a partire dalle «(s)cortesi ipocrisie» che arrivano a tradursi in false accoglienze, ingiustizie e violenze – sul senso, il valore e la pratica di quell’ospitalità che accompagna la storia delle genti del Mediterraneo, ma che è sempre più compromessa dalle politiche neocoloniali, dal razzismo e dall’intolleranza. Sabirfest – nello spirito del sabir, lingua franca parlata nei porti e sulle imbarcazioni del mediterraneo – pone al centro dell’attenzione questo mare non solo come immenso patrimonio di storia, tradizioni, diversità tra i popoli che lo abitano, ma soprattutto come spazio culturale e sociale unico nel suo genere e determinante per progettare e vivere nuove forme di cittadinanza contro vecchie e nuove ingiustizie, vecchie e nuove preclusioni.
A Catania il Festival si articolerà in quattro giornate, ricche di appuntamenti.
Il SabirFest vuole coniugare insieme il pensiero, il sogno di un Mediterraneo diverso, con l’azione concreta di artisti e attivisti che a questo sogno vogliono dare un aspetto concreto a partire dalle giovani generazioni ma recuperando storia e memoria.
La prima giornata si apre al mattino con l’avvio del laboratorio di Diana Brisly: insieme ai bambini di 8 scuole del Polo Catanese di educazione interculturale l’artista siriana realizzerà un murales alla Civita, in Largo XVII agosto, una piazza nata da una bomba e che rivive oggi anche grazie ai colori. Diala Brisly è un’artista, illustratrice, attivista siriana che vive a Beirut.
Lavora con le sue opere tramite internet, ma non in Libano, perché i rifugiati siriani per legge non possono lavorare nel paese, e tiene dei laboratori di arte con i bambini rifugiati siriani all’interno di alcuni campi profughi. Da qualche anno va in giro a disegnare sui muri e a dialogare con i bambini dei Paesi che visita, perché crede che i bambini e i colori siano, debbano essere, il futuro del nostro mare.
Al pomeriggio si aprono le attività a Palazzo Platamone, allestito per l’occasione da Daniela Orlando insieme ai giovani allievi del corso di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Catania coordinati da Umberto Naso. Qui si discuterà del pre Manifesto per una cittadinanza mediterranea scritto da donne e uomini di tutto il nostro mare per indicare la strada verso il Mediterraneo che vogliamo. Tutto questo può sembrare utopistico di fronte a quanto stiamo vivendo.
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