Romanzo Culinario, la ricerca dell’autenticità di Bonetta dell’Oglio

“Romanzo culinario è la storia della mia vita in cucina, della mia formazione casalinga e non. E’ un racconto di incontri con i quattro produttori, che maggiormente hanno stravolto la mia vita professionale” ,  ci racconta la Chef Bonetta dell’Oglio, che lo scorso 16 aprile, da Fud Off a Catania, ha presentato  il suo libro, scritto a quattro mani con la giornalista Eleonora Lombardo.

A dialogare con le autrici, il giornalista Francesco Seminara di Soul Salad, la critica gastronomica Rossana Brancato, Giuseppe Grasso, allevatore di bovini, e il padrone di casa Andrea Graziano, founder di FUD Bottega Sicula.

Un viaggio nel mondo del grano, dell’allevamento dei bovini, della produzione dei formaggi e dell’apicoltura, raccontato con la voglia di “fare di rete” in un territorio dalle infinite contraddizioni, in cui la chef palermitana porta avanti da anni la sua “Rivoluzione in un chicco” per ridare dignità ai grani antichi siciliani.

“Un percorso di conoscenza , che ha rappresentato un’opportunità per combattere la diffidenza nei confronti di una terra che è la mia e per scoprire prodotti unici, che racchiudono una storia millenaria, come il miele di mandorlo dell’Ape nera sicula”, racconta Eleonora Lombardo.

Bonetta, conosciuta anche come BonEtna per la carica vulcanica che possiede, ci porta nella lussuosità gastronomica siciliana, dove per lusso però si intende la possibilità di realizzare dei piatti utilizzando materie prime autoctone, ottenute da agricoltura biodinamica, che spesso sono delle vere e proprie rarità, come nel caso di alcune varietà di miele o di formaggi.

Un vero e proprio lusso, appunto, che la nostra rivoluzionaria sfoggia nelle trenta ricette presenti in Romanzo Culinario, che sono espressione di un amore incondizionato per la ricerca dell’autenticità e la memoria di antichi sapori, e che hanno come denominatore comune la passionalità della chef dell’Oglio.

Tra queste anche quella dell’Arancina con ragù “precolombiano”, preparato utilizzando moltissimi aromi, senza pomodoro per un gioco culturale che richiama la scoperta di questo prodotto dopo l’arrivo di Cristoforo Colombo.