di Enrico Ruffino
Sembra riaprirsi il romanzo criminale romano e Roma torna a essere memore di spettri inquietanti. Nel tardo pomeriggio di ieri, in un bar a cento metri dal luogo dove fu ucciso Pier Paolo Pasolini, due uomini sono stati freddati da due sicari probabilmente a volto scoperto. Le due vittime, secondo le ultime indiscrezioni, sarebbero da ricondurre ad ambienti della banda che terrorizzò la capitale: la banda della magliana. I due, Galleoni e Antonini, furono arrestati nel 2005 per l’omicidio del 2002 di Paolo Frau, detto Paoletto, l’uomo che aveva introdotto nella banda personaggio, risultato poi rilevante, come Danilo Abbruciati, amico intimo di Enrico De Pedis e morto in circostanze note durante il ferimento del vicedirettore del banco Ambrosiano, Roberto Rosone.
Una serie di delitti. Sono stati contati 33 omicidi avvenuti, da un anno a questa parte, nella capitale. E molti sotto l’ombra della magliana. Rilevante l’omicidio avvenuto questa estate nel quartiere Prati, dove ad essere freddato è stato Flavio Simmi, gioielliere e figlio di Roberto Simmi, accusato di un essere un affiliato della banda dal super boss Maurizio Abbatino nell’ambito dell’operazione colosseo. Abbatino, ricordiamo, è l’unico boss ancora in vita, nonchè ultimo della fazione decimata da De Pedis e Abbruciati, che, dopo l’arresto in Venezuela, è diventato collaboratore di giustizia. Ricordiamo, però, che Roberto Simmi, nell’ambito dell’inchiesta che lo riguardava, ha subito l’archiviazione della sua posizione.
Ricostruzione della scena. Secondo le prime ricostruzioni l’omicidio è avvenuto intorno alle 17:30 di ieri. I due uomini, probabilmente due a volto scoperto, sono entrati dentro il locale e tutto sembra essere avvenuto in pochi secondi. Francesco Antonini, Sorcanera, è stato freddato all’istante e si è accasciato in un muretto che tagli in due il locale mentre Galleoni, anche chiamato Bafficchio, ha tentato la fuga per qualche decina di metri ma l’assasino l’ha colpito e anche lui si è accasciato a terra esanime. Alle 22:30 della sera, l’ambulanza si chiude con i due corpi senza vita al suo interno.
Alemanno, il ministro degli interni e romanzo criminale.
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che aveva incentrato tutta la sua campagna elettorale sulla sicurezza della città, ha dichiarato che ” Roma è sotto attacco” e che “è chiaro che c’è un attacco da parte della criminalità organizzata alla nostra città. Mi era stato detto che si trattava di episodi isolati e situazioni non di criminalità organizzata, ma questi tipi di letture mi sembrano ormai inaccettabili e insufficienti, siamo di fronte ad un’emergenza che va fronteggiata con misure drastiche”. Il sindaco inoltre si è anche rivolto al nuovo ministro degli interni chiedendo che “Roma deve essere protetta da questi aggressori, non basta risolvere un caso isolato. Bisogna far sì che tutti i quartieri siano protetti. Ci sono bande territoriali che stanno crescendo e, attraverso il traffico della droga, si stanno connettendo alla criminalità organizzata. Dobbiamo evitare che nel 2011 ci sia un nuovo fenomeno come la banda della Magliana”. Nei mesi scorsi Alemanno aveva dato la colpa di questi omicidi a ” quel film che istiga la violenza”, riferendosi alla serie di Stefano Sollima e al film di Michele Placido, ” romanzo criminale”. Forse non ricordandosi che le mafie, non hanno bisogno di un film per esaltarsi alla propria violenza.
La banda della Magliana
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E’ opportuno ricordare che la banda della magliana non è stata un fenomeno circoscritto a Roma. Questa holding criminale intratteneva rapporti con il mondo del terrorismo nero ( vedi strage di Bologna e figura di Massimo Carminati) e, sopratutto, con la mafia siciliana tramite il cassiere della mafia siciliana, Pippo Calò, tramite Abbruciati. Ma aveva saldi rapporti, come dimostra il ferimento di Roberto Rosone da parte di Abbruciati ( in cui perse la vita), con il vaticano e il banco ambrosiano. Molti lati oscuri e molto segreti racchiude in sè questa holding criminale, in primis la figura di Renatino De Pedis, boss della magliana sepolto nella chiesa di Sant’Apollinare a Roma, riconosciuto e ritenuto dalla sua ex amante, Sabrina Minardi, il rapitore della giovane Emanuela Orlandi di cui ancora non si è riuscito a capire molto.
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