Roberta Siragusa aveva solo 17 anni ma conosceva già l’abisso della violenza. Il fidanzato, il suo assassino, Pietro Morreale, la picchiava, la insultava e la minacciava di morte. Minaccia che ha poi messo in pratica quella maledetta notte tra il 23 e il 24 gennaio 2021, quando dopo una presunta lite l’ha tramortita e poi le ha dato fuoco quando era ancora viva.
Una fine atroce che si poteva evitare. Ora che sono state rese note le motivazioni della condanna all’ergastolo inflitta a Morreale emergono dettagli inquietanti che delineano la condizione di terrore in cui viveva la giovane ormai da tempo.
Lo si evince dai messaggi espliciti e agghiaccianti come quello inviato ad un amico pochi giorni prima dell’omicidio: “Voleva ammazzarmi, ha aperto il cofano e ha preso una corda e degli attrezzi e mi veniva contro, mi sento male… per farlo calmare gli ho dovuto dire che lo amo, che non lo lascerò mai, mi sono sentita morire… E’ un bastardo, ho paura, non lo lascerò mai, mi ammazzerà…”.
Pietro Morreale la picchiava e la minacciava, lei lo voleva lasciare ma non sapeva come fare, a chi appoggiarsi, come uscire da quell’incubo che l’ha portata alla morte. Roberta nascondeva i segni sul corpo, non sappiamo quanti e quali, a volte li fotografava e li inviava agli amici. Ma non ha potuto nascondere l’occhio nero che le ha provocato la violenza di quel fidanzato geloso e senza controllo. I genitori della giovane se ne erano accorti e avevano ‘rimproverato’ il fidanzato geloso, ma è stato troppo poco per una mente che già meditava quel gesto atroce.
Morreale infatti aveva già in macchina la benzina con cui ha poi dato fuoco alla ragazza e aveva già provato ad ucciderla strangolandola con un cordino qualche giorno prima, come si evince dai messaggi che Roberta inviava ad un amico.
Roberta è stata lasciata sola, nessuno ha capito fino in fondo l’incubo che stava vivendo e l’atroce destino a cui andava incontro. Nessuno tra familiari, parenti ed amici è riuscito ad avere la lucidità di mettersi tra lei e quel ragazzo che giorno dopo giorno la vessava e la umiliava.
Pietro Morreale quella notte l’ha picchiata, le ha versato addosso la benzina e le ha dato fuoco e quando lei si è alzata in preda alle fiamme e all’angoscia è rimasto a guardare mentre moriva. Ricordiamocelo quando tra qualche anno chiederà un qualsivoglia permesso premio per buona condotta.
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