In occasione della festa della Liberazione che si celebra oggi, è più che mai necessario pensare in maniera condivisa a questa giornata e a quel 25 aprile 1945 quando, al termine del secondo conflitto mondiale, l’Italia riuscì a liberarsi dall’occupazione nazista e dal regime fascista con la sua definitiva caduta. I valori della Resistenza che il popolo italiano oppose al regime totalitario che stringeva nella sua morsa la nostra terra, da nord a sud, devono essere memoria e monito perché questo non succeda mai più.
Proprio mentre l’Ucraina sta attraversando gli orrori di una guerra dissennata che sta provocando centinaia di morti innocenti tra i bambini, le donne e gli uomini, dovuti al solito esercizio di potere di chi, invece, è al sicuro nella propria casa e tira le file di equilibri mondiali basati su interessi economici e scellerati teoremi di geopolitica, la giornata del 25 aprile deve ispirare un forte “mai più” a tutte le guerre. Non solo l’Ucraina ma anche Etiopia, Yemen, Sael, Nigeria, Afghanistan, Libano, Sudan, Haiti, Colombia, Myanmar e Palestina sono devastate dalle guerre e oggi più di 200 milioni di persone vivono nelle zone dove si svolgono questi conflitti, molti dei quali affrontano già livelli di fame senza precedenti e costringono donne e uomini liberi a vivere come profughi e ad abbandonare le loro case.
«Le palermitane e i palermitani – dichiara Rita Barbera – hanno dimostrato, anche con il loro contributo diretto alla Resistenza grazie agli uomini migliori nati in terra di Sicilia, e penso a Placido Rizzotto, a Pompeo Colajanni ma non solo, di rifuggire non solo dal concetto della guerra ma anche a quello del fascismo e delle dittature».
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