Cronaca

Risorse idriche, in Sicilia invasi pieni ma criticità per caldo e distribuzione

Il volume dell’acqua negli invasi in Sicilia quest’anno non desta per ora preoccupazione, ma bisogna intervenire per rispondere alle legittime richieste degli agricoltori, alle prese con i gravi problemi legati alle alte temperature e alle disfunzioni delle reti di distribuzione irrigua.

La riunione convocata dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, a Palazzo Orl​è​ans, a Palermo, è servita a fare il punto sulla situazione dell’approvvigionamento idrico nell’Isola, anche alla luce dello stato di siccità che allarma le regioni del Nord Italia e che induce a non abbassare la guardia.
All’incontro hanno preso parte gli assessori regionali all’Agricoltura, Toni Scilla, e al Territorio, Toto Cordaro, i direttori dei dipartimenti regionali dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Acqua e dei rifiuti, il segretario generale dell’Autorità di bacino, i vertici dei due Consorzi di bonifica, il direttore della Struttura contro il dissesto idrogeologico e il capo della Protezione civile regionale.
 

Sulla base dei dati in possesso della Regione, non esistono in questo momento condizioni di emergenza, ci sono però delle criticità di carattere contingente, legate ai cambiamenti climatici e alle alte temperature, e di ordine strutturale, riguardo alle reti di distribuzione, sulle quali bisogna intervenire e per le quali si è deciso di interessare il governo nazionale. Tutti i partecipanti al vertice hanno concordato sulla necessità che il Parlamento regionali approvi velocemente la riforma dei ​Consorzi di bonifica.

«Riformare i Consorzi di bonifica – dichiara il presidente Musumeci – è sempre stata una priorità per il mio governo. Abbiamo varato una proposta di riforma che prevede non solo che la gestione torni agli agricoltori, ma che ci sia, da parte della Regione, una graduale riduzione del debito accumulato in decenni e la riqualificazione della rete di distribuzione dell’acqua, mai sostituita in sessant’anni. È urgente che l’Ars approvi questa legge, per dare concretezza a un cambio di passo definitivo atteso da tempo da tutto il mondo agricolo siciliano».

Redazione

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