Cronaca

Rischi ambientali a Mazara del Vallo, rottami nel Porto Nuovo

Rischi ambientali a Mazara del Vallo. La vita commerciale di Mazara del Vallo nel passato, molto più di oggi, è stata legata, ed è ancora collegata, all’attività marittima.

Il Porto Nuovo, moderna e imponente struttura , ospitava centinaia di pescherecci fino a pochi anni fa.

Rischi ambientali a Mazara del Vallo, diversi scafi sono stati abbandonati ormeggiati al molo e sono ormai semi affondati

Poi, per le ormai note vicende, la flotta si è ridotta di numero e tutta l’attività si è contratta. In questa dinamica economica, come spesso accade, vi sono stati eventi drammatici che hanno causato un vero e proprio abbandono degli scafi, così come si trovavano, ormeggiati al molo. Già le foto satellitari degli anni 2013-2015  documentano la presenza di ben 5- 6 relitti  semi affondati ed adagiati sul fondale.

Altri scafi sono in completo disarmo, abbandonati, saccheggiati , anche se ancora galleggianti .

Ma per quanto tempo ?

Alcuni di essi sono attualmente utilizzata come discarica galleggiante con un evidente rischio sanitario ed ambientale.

Se poi ci spostiamo nell’altra area di interesse economico, quella sita alla foce del fiume Mazaro, ecco che si ripete la stessa situazione.

Anche in questo caso le foto satellitari segnalano la presenza di 2-3 relitti fin dagli anni 2011 -2013 , insomma da quasi 8 – 9 anni ! In questo caso però si trovano nel bel mezzo della città, ed uno di questi, bruciato e saccheggiato, utilizzato come un vero e proprio cassonetto galleggiante.

Le stesse scene possono essere viste al Largo dello Scalo

L’altro relitto, quello del motopesca DANISH ormai poggia lo scafo sul letto fangoso del fiume Mazaro, così come quello bruciato e prospiciente al Largo dello Scalo, e quindi, fino a quando il Mazaro non verrà dragato, certamente non potranno affondare..

Ma entrambi  non sono certo un bel biglietto da visita per la città, senza contare che poi, il relitto accostato al Largo dello Scalo, è  comunque di “ sovrappasso “ per chi si accosta di murata per sbarcare il pescato..
Un “sovrappasso” obbligato ma non certo immagine di salubrità ed igiene..

Sfortunatamente così è..se vi pare.. E le varie associazioni ambientaliste ? I paladini degli uccellini africani, Fratino e Fraticello inclusi,  e delle tartarughe ?

I difensori della Città, i cavalieri senza macchia e senza olfatto ? E la ASL di Mazara, paladina del salubre e dell’igiene ?

I vari Sindaci, consiglieri, assessori comunali e regionali  ?
I tecnici regionali, i consulenti, gli esperti di opere marittime ?

Tutti distratti, che vedono poco e non avvertono neppure la puzza estiva ?
Perché poi, in estate, il puzzo di marcio e l’olezzo della spazzatura non manca..

Eppure la Capitaneria di Porto certamente conosce vita morte e miracoli di questo naviglio, dei suoi armatori, delle  vicende giudiziarie. Perché allora non ha mai richiesto agli armatori di liberare le banchine ?

Perché, nella loro impossibilità nello sgombrare gli ormeggi, non ha richiesto al Ministero dei Trasporti di emettere un bando di gara e di assegnare la demolizione all’impresa aggiudicataria ?

Eppure sono passati quasi 15 anni da quando sono iniziati gli abbandoni,  ed al comando della Capitaneria di Porto si sono succeduti diversi ufficiali..
Tutti assolutamente incapaci di risolvere questo problema ?

Dopotutto i relitti ed i rottami si trovano tutti nelle aree di competenza del Demanio Marittimo.

Le indicazioni del “Centro Studi La Città”

Giovanbattista Quinci infatti ricorda che in questo particolare momento “politicamente felice” Mazara del Vallo può  contare su una notevole potenza politica.

Infatti non solo ha un ministro al Governo ma può contare su numerosi politici mazaresi sia nel Parlamento di Roma che in quello Regionale a Palermo.

Sarebbe forse quindi giunto il momento per un intervento risolutivo messo in atto dalla Capitaneria di Porto e dai vari ministeri competenti per attuare un’opera di bonifica ambientale ormai assolutamente necessaria.

Redazione

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