Cronaca

Rilevamento inquinamento 10 scuole a Palermo: i dati di Greenpeace

Rilevamento inquinamento. Monitoraggi dell’aria effettuati tra dicembre e gennaio da Greenpeace nei pressi di dieci scuole dell’infanzia e primarie di Palermo – tra le 7,30 e le 8,30 – hanno rilevato (in 9 scuole su 10) concentrazioni di biossido di azoto (NO2) spesso ampiamente al di sopra del valore individuato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per la protezione della salute umana (40 μg/m3, microgrammi per metro cubo).
Con i rilevamenti di Palermo, Greenpeace ha ultimato la sua campagna di monitoraggi della qualità dell’aria nelle quattro città italiane oggetto della sua campagna contro il diesel: Milano, Torino, Roma e, per l’appunto, il capoluogo siciliano. L’associazione ambientalista ha realizzato 40 monitoraggi in 40 giorni diversi, presso altrettanti istituti scolastici (asili o elementari): 39 monitoraggi su 40 hanno rilevato concentrazioni di NO2 superiori ai 40 μg/m3.

Rilevamento inquinamento: drammatica la situazione all’ingresso delle scuole

“La situazione riscontrata nelle scuole di Palermo, all’orario della prima campana, conferma un quadro che appariva già evidente: da nord a sud, le città italiane sono assediate dai veleni dei diesel. E i bambini, che sono i più colpiti dagli effetti patogeni di queste sostanze, sono tutto fuorché al riparo», dichiara Andrea Boraschi, responsabile della Campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia «Quanto evidenziato da Greenpeace, peraltro in linea con i valori delle reti di monitoraggio ufficiali, segnala non solo un grave problema di qualità dell’aria, quanto un’emergenza sanitaria diffusa che esige soluzioni urgenti».
La situazione peggiore appare quella registrata a Torino e Milano: da una media dei rilevamenti svolti in queste due città si ottengono valori superiori agli 80 μg/m3, più che doppi rispetto alla soglia sanitaria individuata dall’OMS. Palermo e Roma, per contro, mostrano una situazione appena meno grave: la prima con valori medi prossimi ai 70 μg/m3, la seconda con valori medi di poco inferiori ai 60 μg/m3.
Come spiega il report “Ogni respiro è un rischio dell’organizzazione ambientalista, il biossido di azoto – che negli ambienti urbani viene per il 70-80 per cento dal settore dei trasporti, e in massima parte dai diesel – è classificato tra le sostanze certamente cancerogene. I suoi effetti patogeni sono principalmente a carico delle vie respiratorie, del sistema sanguigno, delle funzioni cardiache. È particolarmente nocivo sui bambini, cosa che spiega la tipologia di monitoraggio realizzata da Greenpeace.

Greenpeace ha incontrato rappresentanti dei governi di Roma, Milano, Torino e Palermo

“Dalla disponibilità del sindaco Orlando alla sincera preoccupazione degli assessori di Torino per le condizioni della loro città; dai piani ambiziosi di Milano in materia di mobilità al disinteresse ostinato della giunta Raggi per i problemi che segnaliamo, le città con le quali ci stiamo confrontando hanno sfide enormi, davanti a loro, che richiedono coraggio e che non possono più essere rinviate» ha aggiunto Boraschi. «Al momento nessuna tra queste sembra orientata a fare quanto stanno facendo altre città europee: dare una data di “scadenza” ai diesel, oltre la quale questi veicoli non potranno più circolare nei centri urbani. Questo sarebbe il modo più efficace per dimezzare in breve tempo l’inquinamento da NO2», conclude.
Greenpeace chiede ai sindaci delle città italiane più colpite dal biossido di azoto (Roma, Torino, Milano e Palermo) di adottare presto provvedimenti radicali per abbattere questo inquinante, prevedendo un percorso di progressiva limitazione alla circolazione dei diesel, fino al loro bando a partire dal 2021.
L’Italia è attualmente sotto procedura d’infrazione da parte della Commissione europea, per i ripetuti sforamenti dei valori massimi di concentrazione di particolato e biossido di azoto; e domani il ministro per l’Ambiente Galletti sarà a Bruxelles per un confronto in extremis con la commissaria per l’Ambiente, prima che il nostro Paese venga deferito alla Corte Europea.
Consulta i dati dei monitoraggi di Greenpeace a Palermo
Redazione

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