Cronaca

Riforestazione marina con Posidonia nel golfo di Palermo

Avviato un progetto pilota di riforestazione marina nel golfo di Palermo, attraverso il trapianto di Posidonia oceanica.

L’iniziativa è di “Biosurvey”, in partnership con Acqua Geraci, e consiste nel trapianto di Posidonia oceanica su fondali dov’era presente a 12 metri di profondità, tra il porticciolo della Bandita e Acqua dei Corsari.

L’impianto di riforestazione è stato realizzato impiegando una tecnica di fissaggio in forma rapida ed efficace di organismi vegetali sul fondale marino, costituito da un modulo brevettato di ancoraggio biodegradabile (Mater-Bi©) a basso impatto ambientale, che garantisce l’attecchimento e la crescita della pianta assecondandone la dinamica naturale di sviluppo. La Posidonia non è un’alga ma una vera e propria pianta marina, organizzata come le piante terrestri in fusto radici e foglie oltre che produrre fiori, frutti e semi.
    Posidonia oceanica colonizza esclusivamente i fondali del Mediterraneo dalla superficie fino a circa 40-50 metri di profondità in acque limpide. Appartiene alle specie marine protette e la sua presenza trova conferma nell’accumulo dei residui della pianta lungo le coste sotto l’azione del moto ondoso. La partnership tra “Biosurvey” e Acqua Geraci nasce nell’ambito del percorso di sostenibilità di quest’ultima per contribuire al raggiungimento dell’Obiettivo 14 dell’Agenda 2030, “La vita sott’acqua”.

“Un’attenta gestione di questa fondamentale risorsa globale – si legge in una nota dell’azienda di Geraci Siculo – è alla base di un futuro sostenibile. Nel Mediterraneo le praterie di Posidonia hanno un ruolo essenziale nell’equilibrio dell’ecosistema marino. Questa pianta, infatti, produce ossigeno e sottrae anidride carbonica all’ambiente rendendo l’oceano un punto di stoccaggio per la CO2; ospita circa il 25% della biodiversità marina del Mediterraneo e contribuisce anche alla difesa delle coste dall’erosione.
    Nonostante l’importanza di questo habitat, oggi, la Posidonia continua a regredire a causa delle attività dell’uomo”. (ANSA).
   

Redazione

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