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di redazione
Il ministero dell’Ambiente dà il via libera al piano per lo smaltimento dei rifiuti in Sicilia dopo un biennio di estenuanti contrattazioni.
La prima novità riguarda i termovalorizzatori, nodo centrale del dibattito degli ultimi anni, per i quali il governo nazionale ha sancito lo stop definitivo. Si collega inoltre a questa decisione anche il punto due che prevede la chiusura di tutte le discariche regionali entro 3 anni. A seguire, la riforma prevede un potenziamento nella raccolta differenziata dando l’ok ad un bando da 27 milioni di euro per la raccolta porta a porta e prevedendo di raggiungere quota 45% rispetto ai rifiuti totali entro il 2013.
Altre due novità coinvolgono invece le imprese locali. La prima riguarda la costruzione di 14 impianti di compostaggio, iniziativa che a giorni sarà formalmente appaltata, mentre la seconda prevede il coinvolgimento delle cementerie per l’incenerimento dei rifiuti indifferenziati al fine di ridurne la quantità in arrivo nelle discariche già attive.
Unico, grande paradosso è che in attesa che il piano entri a regime e nonostante l’obbligo di chiusura di tutte le discariche entro 3 anni è prevista ugualmente l’apertura di cinque nuove vasche di raccolta a Gela, Castellana Sicula, Nicosia, Trapani e Alcamo e l’ampliamento di altrettante già in attività.
Nel frattempo, la Regione ha dato un mese di mese di tempo ai comuni per costituire le nuove società che gestiranno i rifiuti. In una nota, il governatore Raffaele Lombardo chiede agli enti locali ‘di approvare tutti i documenti necessari entro il 5 agosto’ pena commissariamento.
Sulla questione interviene Giacomo Scala, presidente dell’Anci Sicilia che parla dell’impossibilità per i comuni di rispettare questi tempi, ma sopratutto bisognerà capire chi si accollerà i debiti accumulati negli anni dai vecchi ato rifiuti.
Le imprese del settore che attendono tanti soldi minacciano già di fermare la raccolta.
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