Rifiuti speciali e fumarole a Comiso, denunciato un cinquantenne
Rifiuti speciali e fumarole a Comiso, denunciato un cinquantenne. Nell’ambito dei controlli predisposti dal Comando Provinciale Carabinieri di Ragusa, finalizzati a prevenire e reprimere reati di natura ambientale e l’annoso fenomeno delle fumarole, che incidono negativamente sulla qualità della vita delle persone che abitano il territorio, i militari della Compagnia di Vittoria hanno sottoposto ad attività ispettiva numerosi appezzamenti agricoli a Comiso e nelle frazioni, rinvenendo discariche abusive per lo smaltimento illecito di rifiuti e alcune zone interessate dalla combustione di plastica e di scarti di coltivazioni serricole, con ceneri e residui, sequestrando il tutto.
I militari hanno concentrato la loro attenzione su alcuni terreni situati in Contrada Bosco Rotondo e, dopo averla monitorata per diversi giorni, anche con servizi notturni, è scattato il blitz durante il quale sono stati rinvenuti numerosi e consistenti cumuli di rifiuti, per svariate tonnellate, costituiti da inerti, materiale plastico e rifiuti organici di ogni genere.
Inoltre, sono stati rilevati appezzamenti di superfici interessate dalla combustione di materiale plastico e dalle relative ceneri, che sono stati quindi sottratti al regolare smaltimento.
Rifiuti speciali bruciati, danno per l’ambiente
L’accumulo di rifiuti speciali e delle materie plastiche, ed in particolare la loro combustione, provoca lo sversamento nel terreno di liquidi e sostanze altamente nocive quali le diossine e i policlorobifenili, che possono inquinare il suolo e le relative falde acquifere, mentre nell’aria si liberano idrocarburi policiclici altamente inquinanti.
E’ scattata così la denuncia a piede libero per il proprietario del fondo agricolo, V.V. di anni 56, originario del luogo e senza precedenti penali.
Dinanzi all’Autorità Giudiziaria di Ragusa dovrà rispondere dei reati di abbandono, combustione e smaltimento illecito di rifiuti speciali con emissioni diffuse in atmosfera di polveri.
L’intera area, estesa oltre 5.000 metri quadrati, è stata sottoposta a sequestro e sono tuttora in corso accertamenti di natura tecnica finalizzati all’individuazione di corpi metallici nel sottosuolo al fine di accertare il livello e la gravità dell’inquinamento prodotto.