Rifiuti a Trapani: una emergenza importata a vantaggio dei soliti noti
Dallo scorso 28 aprile i rifiuti raccolti a Trapani non vengono portati alla discarica di contrada Borranea ma conferiti alla discarica di Siculiana, in provincia di Agrigento, il cui passaggio di proprietà alla “Catanzaro Costruzioni” srl aveva sollevato un nugolo di polemiche.
Il governo regionale ha autorizzato il Comune di Trapani a scaricare a Siculiana fino al 31 maggio prossimo ma la discarica trapanese rimarrà chiusa fino a settembre in attesa che vengano completati i lavori di ampliamento dell’impianto. Si renderanno, quindi, necessarie, delle proroghe per evitare che, proprio nel periodo estivo, la città presenti ai turisti i cumuli di spazzatura ai bordi delle strade.
Il trasferimento di rifiuti, gestito dalla Trapani Servizi, costerà, fino al 31 maggio, 203.141 euro. Alla Trapani Servizi verranno corrisposti 80.619,40 euro a fronte, però, dei 776.500 euro che non riceverà dall’amministrazione comunale trapanese durante il periodo di chiusura della discarica di contrada Borranea. Il Comune di Trapani, inoltre, pagherà 11.022 euro, divisi tra i Comuni di Siculiana e Montallegro, come “costo di mitigazione ambientale”.
Una situazione che ha del paradossale se si pensa che l’impianto trapanese è arrivato in pochi mesi al collasso e alla chiusura a causa delle decisioni del governo Crocetta che, con il solito pressapochismo, ha autorizzato anche Comuni di altre province a conferire i rifiuti, quando già l’impianto trapanese era vicino alla saturazione, con il risultato di esportare l’emergenza pure in provincia di Trapani. E a risolverla aumentando gli introiti degli amici confindustriali della legalità