Rientro a scuola in Sicilia: è caos tra ordinanze, ricorsi e scioperi
E’ caos nella scuola siciliana: tra ordinanze dei sindaci che dispongono il divieto di rientro tra i banchi, ricorsi e bocciature del Tribunale Amministrativo, la confusione è massima e si procede in ordine sparso.
Il Tar di Catania ha accolto l’istanza del comitato “Scuola in presenza” sospendendo l’efficacia dell’ordinanza del sindaco di Messina Cateno De Luca con la quale aveva sospeso fino al 23 gennaio la didattica in presenza nelle scuole di tutto il territorio.Pertanto, da oggi gli studenti torneranno in classe.
Sempre oggi, gli studenti di diversi licei di Catania si sono recati davanti ai cancelli del liceo classico “Nicola Spedalieri”, la richiesta è chiara: “vogliamo tornare a scuola ma in sicurezza.”
La protesta è avvenuta nelle prime ore della mattina, secondo giorno di didattica a distanza per gli studenti e le studentesse catanesi, il messaggio porta con sé un contenuto chiaro, “La D.A.D non è una risposta”. I ragazzi e le ragazze oggi in sit-in davanti al cancello del liceo hanno istanze puntuali, elencando in modo chiaro le richieste per un rientro in sicurezza e che non violi il diritto allo studio. Oggi gli studenti e le studentesse si ritrovano davanti a cancelli di una scuola fantasma proprio perché vogliono rivendicare il proprio diritto a vivere la scuola come esperienza formativa collettiva, mentre oggi le mura di ogni edificio scolastico sono vissuti solo da segretarie e varia burocrazia che per nulla restituisce il senso educativo di un percorso scolastico.
“È da mesi, infatti, che chiediamo e che ci vengono promessi: Screening periodico della comunità studentesca, mascherine ffp2 gratuite per gli studenti, distanziamento all’interno delle aule, sicurezza sui mezzi di trasporto pubblico, sistemi di aerazione nelle aule. Tutto ciò senza ricevere però alcun riscontro concreto.”
I ragazzi di Catania, salvo colpi di scena dell’ultim’ora, torneranno a scuola lunedì 17. In Dad, dopo le ordinanze dei sindaci anche gli studenti di Palermo e quelli agrigentini, in attesa che il Tar, sollecitato da un gruppo di genitori, decida sul ricorso contro i provvedimenti di chiusura.
Per i ricorrenti il provvedimento amministrativo dei sindaci è illegittimo perchè la legge nazionale dispone la chiusura delle scuole solo in zone rosse o arancioni e previo parere dell’Asp. E Palermo e Agrigento al momento non sono classificate zone rosse o arancioni. Tesi condivisa anche dai prefetti di Palermo e Trapani (altra città in cui si vieta la didattica in presenza).
Ieri l’Anci, trovando l’adesione di centinaia di Comuni, aveva dato indicazione ai sindaci di sospendere le lezioni in presenza fino a lunedì prossimo, nonostante la decisione della task force della Regione sul ritorno in classe da oggi, sostenendo che in assenza di dati certi sulla diffusione della pandemia fosse preferibile la Dad.