Rider aggredito allo Zen. È successo ieri in via Sandro Pertini nel quartiere Zen di Palermo. Un giovane fattorino di 24 anni, collaboratore per il noto marchio palermitano, stava effettuando una consegna nel quartiere quando preso alle spalle da un uomo è stato aggredito e derubato degli incassi delle consegne. Pare che nel marsupio avesse ottanta euro.
Il giovane non ha subito violenza fisica e non ha riportato ferite, si è preso tuttavia un grosso spavento.
Già criticatissima da una parte, e condivisa dall’altra, la decisione dell’azienda che ha prontamente pubblicato un post su facebook.
Zangaloro, dopo aver annunciato l’importanza della comunicazione, ha dichiarato che: “A causa di un’aggressione ad uno dei nostri rider nel quartiere ZEN di Palermo, al fine di salvaguardare l’incolumità dei nostri collaboratori, siamo costretti a sospendere le consegne a domicilio presso il suddetto quartiere. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà e vicinanza al ragazzo”.
Tantissimi i commenti del pubblico, c’è chi condivide pienamente la decisione dell’azienda come Fabio che scrive: “Per alcune zone di questa città non c’è speranza, mi dispiace dirlo. Troppa inciviltà, troppa prepotenza, pochi controlli, poche punizioni. Troppo schifo. Ovviamente non tutti gli abitanti sono così, ma il 90% si. E’ un dato oggettivo” e chi invece si oppone “Ma davvero un’azienda come Zangaloro meat factory da adesso in poi avrà il coraggio di rispondere al telefono ad un cliente dello Zen che vuole fare un ordine “No a te no perché vivi allo Zen?”. Ma davvero???
Forse è una decisone presa un po’ troppo di pancia! Rivedetela!” scrive Ivan aggiungendo una nota di comprensione verso il ragazzo fermato “Solidarietà al rider e a tutto il personale della distribuzione alimentare che in questo momento subisce e rischia di subire aggressioni in qualsiasi posto”.
Dopo la prima reazione l’azienda ha inviato un altro messaggio sempre tramite via social: “In riferimento all’aggressione di ieri sera subita da uno dei nostri rider, ci teniamo a ringraziarvi per i tanti messaggi di solidarietà nei nostri confronti e soprattutto nei confronti del ragazzo. Ma vogliamo soprattutto scusarci con tutta la gente che popola il quartiere ZEN, che è anche la casa di alcuni nostri dipendenti. Il momento di sconforto, causato anche dal susseguirsi di episodi criminali subiti nell’ultimo periodo, ci ha fatto scrivere un post di tutta fretta.
A questo proposito, il nostro atteggiamento non deve essere visto come un atto di discriminazione sociale ma come un’azione di denuncia contro ogni forma di criminalità, sperando che sia da stimolo per tutti“.
Un episodio che purtroppo aveva già un precedente, nelle scorse settimane un rider di Glovo era stato aiutato per tempo da un vigilante. Il ragazzo stava subendo un’aggressione con colpi in testa.
La situazione si fa più allarmante al pensiero che i rider sono spesso ragazzi giovani e inermi che scelgono questo lavoro per guadagnare qualcosa.
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