Mi è capitato di parlare a tanti amici, in questi giorni più che negli altri, di Riccardo Orioles, scoprendo con grande sconforto che molti, vuoi per divario anagrafico, vuoi per mancante interesse, non lo conoscono.
Chi è Riccardo Orioles per un giovane studente, ma anche e soprattutto per chi vive quotidianamente una città come Catania, piena di contraddizioni e di bellezza? Ci ho pensato molto e dovendo dargli per forza una definizione ritengo che Riccardo sia quanto di più vicino ci possa essere ai supereroi che si descrivono ai bambini, anche se lui rigetterebbe subito questa definizione.
I supereroi dei fumetti, per intenderci, quelli che si svegliano ogni giorno, spesso stanchi e ammaccati, ma hanno la forza quotidiana per combattere i cattivi. Nonostante tutto. E i cattivi combattuti da Riccardo Orioles e dai moltissimi giornalisti da lui formati negli anni sono i più infimi: mafiosi, politici collusi e quaquaraquà sciasciani, coadiuvati da un torpore inconsapevole e da un silenzio connesso ai “piccoli vantaggi” che ognuno trae da questo sporco sistema.
Compagno di viaggio di Giuseppe Fava, uno dei “padri” della grande squadra de I Siciliani, Orioles per anni ha letteralmente cresciuto e formato generazioni di giornalisti e ora in 30mila in tutta Italia chiedono a gran voce una pensione dignitosa per lui. Ci sono studenti, insegnanti, associazioni, attori, vignettisti ma soprattutto giornalisti, a voler significare che questa è una battaglia proprio di tutti gli italiani, non solo dei siciliani. Ma per me, uno dei tanti studenti appassionati di giornalismo, Riccardo è un esempio di dedizione e di coraggio, anche quando tutto sembra svanito ed è impossibile ricostruire qualcosa.
Lo incontrai tre anni fa, dopo aver messo in scena un sketch di PIF per commemorare Giuseppe Fava, al centro della “sua” San Cristoforo ed ebbe parole buone per quei quattro ragazzi di Atlas che in una data importante avevano stracciato pubblicamente le foto di Riina e Provenzano, per far posto a Fava, Borsellino, Falcone e tanti altri, il tutto a significare che i ragazzi, quelli con il cambiamento nel cuore, sono gli anticorpi naturali per combattere la mafia e non hanno paura. Ma hanno bisogno di esempi, questo sì.
E quell’omone barbuto che ha cresciuto generazioni di giornalisti è un esempio, che va tutelato come tale. Difatti, nonostante il coraggioso lavoro d’inchiesta e l’impegno fervido al servizio della legalità, Orioles continua a vivere con appena 400 € mensili, che non fanno affatto onore al lavoro da lui svolto negli anni, nonché ai rischi corsi. In tanti si sono mossi per lui ed una petizione è stata lanciata su Change.org, ma ancora tanto è da fare per Riccardo Orioles e per mandarlo, finalmente, in pensione.
Simone Dei Pieri
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