Riaprire palestre, piscine e centri sportivi. Tutti vogliono riaprire in fretta, il lungo lockdown ha messo a dura prova tutti i settori compreso quello dello sport e del benessere. Ma tornare in palestra, in piscina o nei centri benessere non sarà affatto facile, sono questi i luoghi in cui sarà più complesso riuscire a mantenere alti standard di igiene e il tanto decantato distanziamento sociale.
Una data c’è, o almeno gli operatori del settore sperano si possa ricominciare già dal 18 maggio. L’auspicio del ministro dello sport Spadafora è per una ripartenza con linee guida da rispettare per i siti sportivi, linee guida che sono comunque pronte e presto dovranno essere validate dal Comitato tecnico scientifico del governo.
Dalle piccole palestre ai grandi colossi del benessere, tutti dovranno adeguarsi alle nuove regole di sanificazione e agli ingressi contingentati, e tutti promettono l’adozione di regole nuove per ciò che riguarda i club come spazi fisici, nuove modalità di allenamento e le nuove interazioni tra clienti e operatori.
Ma c’è da fidarsi? Per i più scettici “è una follia” pensare di poter ritornare ad allenarsi in sicurezza, con misure e strumenti che assicurino di potersi godere dell’attività fisica nella tutela della salute.
Le regole da seguire prevederanno l’obbligo delle misure di protezione: come le mascherine chirurgiche e i guanti monouso, la pulizia e sanificazione dei luoghi e delle attrezzature.
E ancora percorsi di entrata e uscita ben evidenziati, divieto di uso degli spogliatoi, e di scambio tra operatori e personale di dispositivi (smartphone, tablet) oltreché degli attrezzi sportivi.
L’impossibilità dell’uso di docce e spogliatoi sarà un disagio non trascurabile specie in questa stagione, si dovrà infatti arrivare in palestra già vestiti per l’attività che si andrà a svolgere e muniti di buste sigillanti per la raccolta di rifiuti potenzialmente infetti.
E poi bisognerà mantenere sempre e comunque la distanza interpersonale minima di 1 metro, preferibilmente 2.
Insomma non sarà affatto facile e probabilmente neanche più tanto piacevole andare a trascorrere qualche ora in palestra o in piscina, si preferirà probabilmente l’attività all’aria aperta almeno fino a quando non si potrà ritornare alla “normalità”.
Un duro colpo per gli operatori del settore certo, ma d’altra parte nessuna struttura, neanche la più grande potrà garantire sicurezza e confort o comunque gli stessi servizi che garantiva al momento della sottoscrizione degli abbonamenti.
In molti vorranno recedere dai contratti annuali o per lo meno chiedere la sospensione degli abbonamenti fino alla fine dell’emergenza sanitaria, ma di questi dettagli ancora non si parla, nessun contratto prevede eventualità del genere, forse perchè nessuno avrebbe mai potuto prevedere un pandemia di questa portata.
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