Restituzioni 2018: Tiziano, Van Dyck e Twombly in mostra a Torino

Restituzioni 2018, “La fragilità della bellezza”.

È in corso alla Reggia di Venaria di Torino “La fragilità della bellezza, Tiziano, Van Dyck, Twombly e altri 200 capolavori restauratiesposizione conclusiva della XVIII edizione di Restituzioni.  Senza l’ambizione di annullarne la fragilità materiale, ma in difesa del suo più elevato significato, la bellezza viene riconsegnata al futuro.

In mostra oltre 80 nuclei di opere provenienti da 17 regioni italiane, per un totale di 212 opere restaurate. Tra queste pitture, sculture, mosaici, arredi, corredi funerari, ceramiche, porcellane e tessuti. Un imponente lavoro di recupero del patrimonio artistico: 40 secoli di storia in capolavori risorti dell’arte italiana che spaziano dall’antichità al contemporaneo.

Dal ‘Ritratto di Caterina Balbi Durazzo’ di Anton Van Dyck da Palazzo Reale di Genova, al ‘San Girolamo penitente’ di Tiziano dalla Pinacoteca di Brera. Dal ‘San Daniele nella fossa dei leoni’ di Pietro da Cortona dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia, fino ad arrivare ad opere di Morandi, Burri e Twombly.

La conoscenza del territorio dove viviamo passa attraverso la comprensione delle opere d’arte che vi sono state prodotte o che vi sono conservate; ognuna di esse racchiude in sé un brano della nostra storia, di un passato in cui troviamo le ragioni del presente e le radici del nostro futuro. Si tratta di segni dell’uomo, di espressioni della sua più alta dimensione immateriale che prendono forma nella materia. Per questo intrinsecamente fragili.Restituzioni 2018

Nell’imponente lavoro di recupero del patrimonio artistico  sono stati coinvolti il centro conservazione e restauro La Venaria Reale, oltre 205 professionisti del restauro in tutta Italia, 44 enti di tutela del patrimonio artistico e 63 enti proprietari.

La mostra resterà aperta al pubblico fino al 16 settembre 2018.

Giorgio Bonsanti: “Restituire comporta un senso di appartenenza recuperata di qualcosa che era nostro e che avevamo perduto”

Restituire comporta un senso di appartenenza recuperata, di ri-appropriamento di qualcosa che era nostro e che avevamo perduto. Nel caso del restauro di opere d’arte, la perdita evidentemente non era totale, e consentiva dunque di reinnescare il processo di restauro.” Così spiega Giorgio Bonsanti, consulente scientifico di Restituzioni in “ARTE/Documento” il senso dell’intero programma di Restituzioni dentro il quale si colloca questa XVIII edizione.

Dal 1989 ad oggi, sono ormai oltre 1300 le opere restituite alla collettività con il programma Restituzioni: una sorta di ideale museo, con testimonianze che spaziano dalle epoche proto-storiche fino all’età contemporanea, dall’archeologia all’oreficeria, alle arti plastiche e pittoriche. Sono più di 200 i musei, i siti archeologici, le chiese, garanti della destinazione pubblica dei propri tesori, che hanno beneficiato di questo programma, centinaia i laboratori di restauro qualificati, distribuiti da Nord a Sud, incaricati dei restauri ed altrettanti gli studiosi coinvolti nella redazione delle schede storico-critiche per i cataloghi.

Restituzioni è un programma biennale di restauri di opere d’arte appartenenti al patrimonio del Paese, nato nel 1989, promosso e curato da Intesa Sanpaolo.