I sindacati del pubblico impiego hanno deciso di sospendere lo sciopero dei dipendenti regionali previsto per venerdì, con l’eccezione di CGIL e UIL che dopo essersi riservati di valutare il protocollo d’intesa proposto dal governo, hanno deciso di confermare la liea dura e scenderanno in piazza domani.
Quindi il risultato che il governo ha sinora ottenuto è quello di spaccare il fronte sindacale, depotenziando la protesta.
Ieri era durato oltre cinque ore il serrato confronto tra il Governo, rappresentato da Rosario Crocetta e gli assessori Baccei, Leotta e Caputo e i sindacati dei dipendenti regionali, spesso sfociato in scontro aperto (perchè non cominciate a tagliare gli uffici di gabinetto, pieni di esterni che servono solo alla politica?).
Si era poi arrivati ad una ipotesi di accordo che prevedeva di coinvolgere l’ARAN affinché “nel quadro di recepimento della vigente normativa nazionale affidi alla stessa la trattazione dei seguenti punti: modalità di applicazione della normativa relativa ai 50 km come sede di lavoro; permessi sindacali; modalità di fruizione dei permessi personali; negoziazione per il rinnovo contrattuale; criteri per la riorganizzazione dell’Amministrazione regionale conseguente a piani di pensionamento e confronto di proposte migliorative, nel quadro del recepimento della normativa nazionale, sul comparto pubblico regionale, allargato e in generale sui temi convenuti nella finanziaria che potrebbero essere recepiti dal Governo”.
Pare di capire che le norme sui prepensionamenti e sul calcolo pensionistico in finanziaria ci saranno, mentre le questioni più tecniche saranno rinviate ad una fase successiva: bisogna vedere però se l’interpretazione dell’accordo sarà la stessa da parte di governo e sindacati. Ad occhio e croce sembra più un armistizio che una pace vera e propria e quello stesso armistizio è stato respinto da CGIL e UIL, che vanno da sole alla guerra.
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