Regione, la stagione di Lombardo e le prossime elezioni

Un addio tra le nomine per il presidente della Regione Raffaele Lombardo che ieri, prima di dimettersi, ha dato l’incarico a due nuovi assessori. Una legislatura controversa quella di Lombardo. Da alf…

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di redazione

Un addio tra le nomine per il presidente della Regione Raffaele Lombardo che ieri, prima di dimettersi, ha dato l’incarico a due nuovi assessori. Una legislatura controversa quella di Lombardo. Da alfiere del centrodestra, grande alleato del Pdl di Berlusconi e Fini, che lo hanno sostenuto facendogli vincere le elezioni, si è smarcato poi dalla coalizione che lo ha portato alla Regione, mandando via tutti gli uomini dell’amico Totò Cuffaro. Nel frattempo nasce l’asse di ferro con Gianfranco Miccichè, che prende le distanze da Berlusconi che in Sicilia va perdendo consensi. Dopo la rottura con il Pdl, arriva il fidanzamento con il Pd, partito che aveva perso le elezioni, voluto in particolare dal capogruppo Antonello Cracolici.
Il 27 marzo 2010 Repubblica diffonde la notizia che Lombardo è indagato per mafia, ma intanto diventa uno dei leader del Terzo Polo ma la sua storia è sempre più segnata dalla vicenda giudiziaria. Sotto la scure di un processo incombente che dovrà chiarire i rapporti con i boss ma con una giunta in cui sono presenti magistrati, ex prefetti, esponenti degli industriali schierati contro il racket, Lombardo continua a dare una doppia immagine di sé.
A tenere in vita un governo ormai privo di consenso tra i siciliani, è il Partito democratico che lo appoggia fino allo scorso mese di giugno. Lombardo riesce a firmare 130 nomine di sottogoverno in tre mesi. Ieri, infine, le tanto annunciate dimissioni. Si apre così una campagna elettorale piena di ombre per i siciliani che vanno verso le elezioni anticipate del 28 e 29 ottobre, senza sapere ancora, chi sarà a guidare una Regione che ha solo saputo distribuire poteri e salvaguardare i privilegi di 90 deputati che hanno portato la Sicilia al lastrico, con la complicità di tutti i partiti del parlamento regionale.
Anche se le alleanze sono ancora in alto mare, è già partita la corsa per la poltrona appena lasciata da Raffaele Lombardo. Si prevede comunque una campagna elettorale all’insegna delle divisioni. Nel centrosinistra sono già due i nomi che circolano. Claudio Fava e Rosario Crocetta. Il primo, figlio del giornalista Giuseppe ucciso dalla mafia nel 1984, ha accolto l’invito di un gruppo di intellettuali e personalità della società civile. Il secondo, eurodeputato del Pd, ed ex sindaco di Gela , è sostenuto da movimenti nati sui social networks. Se il dialogo con l’Udc andrà in porto, il Pd però potrebbe appoggiare il senatore centrista Gianpiero D’Alia. In campo c’è anche Gianfranco Miccichè di Forza del Sud, che già cinque anni fa si era fatto da parte per far candidare Lombardo. Futuro e Libertà propone Fabio Granata, uomo vicino a Gianfranco Fini. L’Mpa rimasto orfano di Lombardo, potrebbe candidare Massimo Russo. Tra gli outsider ci sono Gaspare Sturzo, leader del movimento ‘Italiani Liberi e Forti’ e nipote del fondatore della Dc don Luigi Sturzo, e Cateno De Luca, fondatore di ‘Sicilia Vera’, sostenuto dal ‘partito della rivoluzione’, da un pezzo del movimento dei Forconi e da Forza Nuova. Sembra ormai sfumata l’ipotesi Antonino Ingroia, corteggiato da Idv: il sostituto procuratore di Palermo ha preferito l’incarico in Guatemala per conto dell’Onu alla poltrona di Palazzo d’Orleans. Benché abbia declinato l’invito, il procuratore Piero Grasso piace in modo trasversale.