Regione. Armao: “il patto di stabilità può condizionare le elezioni”

‘Se quanto concordato, in sede tecnica, tra la Regione Siciliana e il governo nazionale in materia di patto di stabilità non sarà presto approvato dal ministro dell’Economia, si creeranno ripercussion…

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di redazione

‘Se quanto concordato, in sede tecnica, tra la Regione Siciliana e il governo nazionale in materia di patto di stabilità non sarà presto approvato dal ministro dell’Economia, si creeranno ripercussioni sul tessuto sociale e produttivo dell’Isola in grado di alterare l’esito delle prossime elezioni’.
L’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, non usa mezzi termini per definire la situazione che si potrebbe profilare alla Regione, se questa non potrà provvedere a una serie di pagamenti, in questo momento bloccati dalle condizioni imposte dal patto di stabilità.
‘L’accordo ‘ spiega Armao ‘ è già stato validato dalla Ragioneria generale dello Stato il 12 settembre. Non capisco perché il ministro Grilli non abbia ancora approvato il provvedimento, consentendo l’applicazione di quanto è stato concordato mesi fa’.
Secondo l’assessore regionale, se le condizioni del patto di stabilità non saranno adeguate a breve, le conseguenze per l’economia siciliana saranno terribili. ‘E’ assurdo che la pubblica amministrazione si renda causa del fallimento delle imprese siciliane e, di conseguenza della disoccupazione di molte persone. Per non parlare dei servizi pubblici carenti. Tutto questo rischia di creare una disaffezione nei confronti della cosa pubblica in generale. Al cittadino che ha difficoltà ad arrivare a fine mese poco interessa se la responsabilità finale è dell’Unione Europea, del governo nazionale o della Regione’.
Sono tanti i settori interessati dall’adeguamento del patto di stabilità regionale alle nuove condizioni. ‘Se il ministro Grilli non darà la sua approvazione al nuovo patto non potremo pagare le due tranche ai Comuni, fondamentali per i loro bilanci, le aziende che hanno realizzato opere pubbliche, gli enti museali. Per non parlare poi del settori dell’istruzione: in questo momento abbiamo calcolato che non potremmo dare più di mille euro a scuola, cifra insufficiente per il normale svolgimento dell’anno scolastico’.