Matteo Renzi è arrivato ieri a Mondello per presentare il suo ultimo libro “Avanti”. Ad attenderlo il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ma anche un gruppo di precari dei vigili del fuoco, in protesta alle Terrazze per ottenere la stabilizzazione.
Matteo Renzi arriva alle Terrazze di Mondello accompagnato dal sottosegretario alla salute, Davide Faraone. La presentazione di “Avanti”, diventa occasione per affrontare diversi temi politici importanti, alcuni riguardanti il Partito Democratico in sè, altri che coinvolgono l’asset con gli alleati, in Sicilia e a Roma.
Abbigliamento casual e atteggiamento scherzoso: è il Matteo Renzi che tutti abbiamo imparato a conoscere e che tra una battuta e l’altra parla di elezioni regionali, di legge elettorale, di alleanze, facendo anche il punto sulla sua esperienza di governo, a soli 39 anni, con successi ed errori, alcuni dei quali gli sono stati fatali.
Dall’accusa di plasmare su di se il partito, all’essere una presenza troppo ingombrante ed eccessivamente decisionista, Renzi fa qualche mea culpa sul suo grande, forse troppo, entusiasmo nell’affrontare questioni delicate, che poi si è tramutato in una comunicazione errata: “abbiamo fatto tanto ma lo abbiamo detto male”. L’ex premier si riferisce alle unioni civili e alle famose 80 euro in busta paga per gli insegnanti, che si sono rivelate un vero e proprio boomerang.
Durante la presentazione si va subito alla questione centrale: le elezioni regionali. Renzi è chiaro: “da Roma nessun diktat, sia il territorio a scegliere in piena libertà. Le elezioni in Sicilia sono importanti, ma non perchè come pensano i giornalisti, perchè questo ha ricadute sulle segreterie di partito, ma perchè se riparte la Sicilia, riparte l’Italia”.
Non si pronuncia, dunque, nè da indicazioni, mentre è in atto da lato un vero e proprio braccio di forza all’interno al partito, e dall’altro Crocetta continua ad andare da solo, nella sua scelta di ricandidarsi, come fece esattamente cinque anni, vincendo le elezioni. Uno scenario nebbioso, che Renzi non accenna a schiarire. Ci tiene più che altro a chiarire alcuni sulla legge elettorale.
“Noi non siamo come i Cinquestelle. Le regole del gioco bisogna scriverle insieme”. Glielo abbiamo sentito ripetere spesso negli ultimi due anni, quando si parlava di legge elettorale e l’ex premier lo ha ribadito ancora una volta ieri a Mondello. “Non so se c’è tempo per arrivare ad un accordo – aggiunge -. Ci abbiamo provato e ci è andata male per colpa dei franchi tiratori”.
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