Ha certamente animato gli animi accademici la candidatura di Fabrizio Micari alla Presidenza della Regione. Da più lati, infatti, sono insorte le polemiche: tra gli studenti, qualcuno aveva sostenuto che, per l’ennesima volta, l’università venisse sfruttata come trampolino di lancio delle carriere politiche; qualcun altro, ancora prima che la candidatura fosse ufficiale, aveva avanzato forti perplessità e timori circa il destino dell’Università di Palermo: chi avrebbe condotto la nave senza veliero, nella gran tempesta in cui si agitano, quotidianamente, le università italiane?
Ed ecco che il timoniere si allontana dalla sua posizione, non per ragioni di “obbligo”- sostiene- ma “di necessità, per separare la carriera accademica da quella politica”. La nave di Unipa, per fortuna, naviga ancora sotto il controllo. A reggere l’Ateneo, per i prossimi due mesi, saranno il prorettore vicario e quattro prorettori tematici. “La norma – ha dichiarato Micari – oltre all’elezione del rettore prevede, anche l’elezione di un prorettore, si vota in ticket. E’ stato eletto il professore Fabio Mazzola, la macchina dell’ateneo è ben funzionante. C’è un lavoro di squadra che abbiamo portato avanti in questi anni, insomma: non ci saranno problemi”.
Nessun timore fino ad oggi, quindi. Restano, però, molti punti interrogativi sul futuro dell’Università di Palermo, sulle possibili elezioni anticipate e sul rapporto tra la carriera accademica e politica di Micari.
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