Continua la lotta interna al centrodestra per il candidato alla presidenza della Regione. Se da un lato si fa sempre più strada la possibilità che Silvio Berlusconi scelga Gaetano Armao, dall’altro si fanno sempre più dure le dichiarazioni degli alleati, che non vogliono rinunciare a Nello Musumeci.
All’orizzonte sembra intravedersi uno scenario scongiurato da più parti negli ultimi mesi: il centrodestra potrebbe presentarsi diviso alle prossime elezioni regionali. Berlusconi vuole Armao: per il Cavaliere il professore palermitano sarebbe la persona giusta che potrebbe guidare la coalizione alla vittoria. Il leader di Forza Italia sarebbe addirittura disposto a prendere casa a Palermo e fare una campagna elettorale serrata a sostegno di Gaetano Armao.
A Micchichè il compito di trovare l’accordo con gli alleati, che non vogliono sentire altri nomi se non quello di Nello Musumeci. Da Fratelli d’Italia a Noi con Salvini, è arrivato un secco “no”, che nelle prossime ore potrebe tramutarsi in un vero e proprio strappo se Berlusconi non farà marcia indietro.
Il partito di Giorgia Meloni, attraverso le dichiarazioni del suo coordinatore provinciale Manlio Messina fa sapere che hanno già scelto e non tornano indietro. «I continui tira e molla su Nello Musumeci con valutazioni del tipo, “troppo a destra”, “troppo autonomo” piuttosto che “troppo poco inclusivo”, li lasciamo serenamente ai nostri pseudo alleati. Già oggi – dichiara Messina – usciranno i manifesti dei nostri candidati con la chiara dicitura “Nello Musumeci Presidente”».
Ultimatum anche da Angelo Attaguile: «Se Nello Musumeci non riuscirà a compattare il centrodestra attorno alla sua candidatura correremo da soli». Il segretario nazionale di Noi con Salvini, due mesi fa aveva accettato di fare un passo indietro in favore di Musumeci con la speranza che Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia e altre forze centriste “che non hanno governato col Partito Democratico e con Crocetta” potessero coalizzarsi sotto un unico candidato governatore. Candidato che non può che essere Musumeci, alla guida di una coalizione che non può accogliere Alternativa Popolare.
«Siamo incompatibili per storia e per valori. Un principio – aggiunge il segretario della Commissione nazionale Antimafia – che può sembrare scontato per chi, come me, ad Alfano e Castiglione ha fatto una vera e decisa battaglia politica sin dal primo istante, chiedendone le dimissioni, specie dopo lo scandalo del Cara di Mineo, anche con interpellanze e interventi in aula in funzione ispettiva. Principio che, possono comprenderlo, magari non è così automatico per altri meno coerenti che sentono il bisogno di ribadirlo in ogni comunicato stampa, visto i loro trascorsi».
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