Reddito di cittadinanza a rischio. Il Cobas-Codir, sindacato maggiormente rappresentativo della Regione siciliana, facendo proprie le ragioni del malessere dei lavoratori regionali in grande parte sfruttati per lo svolgimento di mansioni superiori, proclama lo stato di agitazione del personale che, in assenza di ordini di servizio dettagliati, si atterrà scrupolosamente alle mansioni proprie della categoria di appartenenza.
Già da alcuni giorni, alcuni lavoratori soprattutto di categoria A e B, in particolare dei Centri per l’Impiego della Sicilia, avevano accolto l’invito fatto da tempo dal sindacato ad attenersi scrupolosamente alle mansioni proprie della categoria di appartenenza. Una misura necessaria per sensibilizzare il governo regionale ad accelerare il più possibile il riconoscimento del ruolo e delle mansioni effettivamente svolte dal personale attraverso un processo di riclassificazione che interesserà tutti i 12mila dipendenti regionali.
Lo stato di agitazione riguarda tutti i dipendenti regionali (categorie A, B, C, D) appartenenti a tutti i rami dell’Amministrazione regionale e degli enti di cui all’art. 1 della l.r. 10/2000: i lavoratori, in assenza di ordini di servizio dettagliati, si atterranno scrupolosamente alle mansioni proprie della categoria di appartenenza.
Questa decisione ovviamente rischia di rallentare il funzionamento di tutta la macchina amministrativa e – in questo particolare momento – potrà avere ricadute sulle misure di welfare varate dal governo nazionale in materia di reddito di cittadinanza.
“Per questo motivo – si legge in una nota diffusa dal sindacato Cobas/Codir, il più rappresentativo del pubblico impiego regionale – auspichiamo che il governo regionale dia un’accelerata al processo di riclassificazione previsto dal CCRL firmato il 28 febbraio scorso e che è in attesa dell’approvazione della Corte dei Conti.
Contestualmente, facciamo appello ai giudici contabili di guardare con un occhio particolare all’esame del documento contrattuale ricevuto dalla Regione in quanto si inserisce in un momento particolare della storia dell’Amministrazione regionale che ha bisogno di un serio rilancio che parta proprio dalla riorganizzazione del personale, consentendo di potere dare ai cittadini servizi efficienti ed efficaci, utilizzando nel modo migliore possibile il personale in servizio partendo proprio da una riforma del sistema classificatorio che accorci la filiera produttiva dei procedimenti amministrativi compatibilmente con la rivoluzione digitale in atto e che riconosca le alte professionalità presenti in amministrazione.
Inoltre – conclude la nota del sindacato – si invita l’Amministrazione regionale, in un momento di grande difficoltà economica che attraversano anche i lavoratori regionali – a fare le opportune verifiche per velocizzare tutte le procedure di pagamento del salario accessorio dovuto al personale e maturato da tempo”.
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