Reddito di cittadinanza. Il 19 gennaio è entrata in vigore il Decreto Legge 28 gennaio 2019, n. 4 contenente le disposizioni in materia di reddito di cittadinanza. E, da ieri, è attivo il sito dove è possibile trovare tutte le informazioni al riguardo.
La necessità di introdurre in Italia, strumenti di protezione sociale per garantire ai cittadini un livello minimo di risorse è da tempo in discussione. Guardando ai dati Eurostat riguardanti i “ servizi per il mercato del lavoro “ è possibile notare subito il divario esistente tra l’Italia ed altri paesi europei, dove nel 2015 la spesa risultava allo 0,36 del PIL per quanto riguarda la Germania, in Francia allo 0,25 e in Spagna allo 0,14. Contro lo 0,04% del Pil in Italia.
Durante la scorsa legislatura, nel 2017, si era introdotto il Reddito di inclusione (REI) che prevedeva per i beneficiari l’erogazione di un assegno associato a servizi di assistenza sociale. L’importo massimo era fissato a 187,50 euro mensili, moltiplicati per la scala di equivalenza dell’Indicatore della Situazione Economica Equivalente (ISEE) per le famiglie con due o più componenti.
Il Reddito di cittadinanza (abbreviato in RDC), contiene diverse novità rispetto al REI. Il contributo erogato, arriva a 780 euro, eventualmente moltiplicati per la scala di equivalenza. Inoltre, è introdotta una prima distinzione fra proprietari di casa e inquilini, un trattamento differenziato per le famiglie di anziani e una nuova scala di equivalenza.
I requisiti di accesso al RDC, come nel caso del REI, si basano principalmente sull’ ISEE. Si tiene conto non solo del reddito, ma anche della ricchezza familiare. Dal Reddito di cittadinanza sono escluse gli immigrati extra-comunitari in possesso del permesso di soggiorno, se residenti in Italia da meno di dieci anni, e tutte quelle che non hanno vissuto in Italia continuativamente negli ultimi due anni (compresi gli Italiani). Inoltre, i giovani di età inferiore ai 26 anni non coniugati e senza figli, fanno parte del nucleo familiare dei genitori, anche se non conviventi, se sono a loro carico ai fini Irpef.
Come dicevamo la misura prevede un’erogazione massima mensile, per una persona sola, di 780 euro. Questa somma è il risultato di due componenti. La prima varia, per le famiglie di due o più componenti, aumentando in seguito alla moltiplicazione per la scala di equivalenza. La seconda componente consiste in un contributo per le spese di affitto delle famiglie, equivalente al ammontare del canone annuo fino ad un importo massimo di 280 euro mensili che, a differenza della componente reddituale, non viene moltiplicato per la scala di equivalenza e quindi non varia al variare della numerosità familiare. Per le famiglie di inquilini formate soltanto da anziani, l’importo massimo del contributo per l’affitto è di 150 euro. Per le famiglie proprietarie della casa di abitazione è previsto un contributo per le eventuali spese di mutuo pari a 150 euro al mese, anche questo non moltiplicato per la scala di equivalenza.
La scala di equivalenza è pari a uno, in caso di singolo componente, ed è aumentata di 0,4 per ogni maggiorenne e di 0,2 per ogni minorenne appartenente al nucleo familiare, fino al raggiungimento di un valore massimo di 2,1.
Il Reddito di cittadinanza è una misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale. Guardando ai dati ISTAT, nel 2017, i poveri in Italia, erano poco più di 5 milioni (8,4% dell’intera popolazione), si parla di povertà assoluta. Si tratta del dato più alto dal 2005 (primo anno di rilevazione).
La povertà assoluta si riferisce a tutte quelle persone che non possono permettersi le spese minime per condurre una vita accettabile. La soglia di spesa sotto la quale si è assolutamente poveri è definita dal Istat attraverso il paniere di povertà assoluta. Questo comprende diverse voci, tutte considerate essenziali. Ad esempio le spese per la casa, quelle per la salute o e per il vestiario. Questo dato varia, in base a dove abita la famiglia, alla sua numerosità e ad altri fattori come l’età dei componenti. Per conoscere la soglia di povertà assoluta nei diversi contesti si può utilizzare l’apposito calcolatore Istat .
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