ROMA (ITALPRESS) – “L’agricoltura aveva già beneficiato di importanti ricadute di Transizione 4.0, processo che ho guidato ai tempi del ministero dello Sviluppo economico, ma adesso abbiamo l’occasione di compiere un decisivo passo in avanti verso l’agricoltura 5.0”. Lo dice, in un’intervista al Sole 24 Ore, il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli illustrando le principali linee d’azione sull’agroalimentare previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Una partita che solo per l’agroalimentare vale almeno 4 miliardi di euro al netto quindi delle risorse condivise con altri settori e naturalmente dei fondi (circa 50 miliardi) legati alla riforma della Politica agricola Ue. Saranno dedicati 830 milioni all’innovazione, 880 per le infrastrutture irrigue e 800 milioni per i contratti di filiera.
“L’agricoltore – spiega Patuanelli – non è più colui che si sveglia la mattina alle 4 e si reca nei campi, ma un imprenditore che gestisce la propria azienda grazie alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale. Un’azienda agricola nella quale le macchine sono collegate con il Gps, con le centraline meteo e con le banche dati che forniscono le informazioni necessarie per guidare le potature o l’aratura dei terreni in base alle differenti colture. Un sistema di sensori poi guida le irrigazioni di soccorso e l’impiego dei fertilizzanti, il tutto è collegato con la gestione del magazzino dei semi”. L’utilizzo di queste tecnologie “può portare importanti benefici sia in termini di efficientamento del processo produttivo che di riduzione dell’impatto ambientale delle lavorazioni agricole con sensibili miglioramenti in termini di risparmio idrico e di assorbimento della CO2. Ma nel capitolo dell’innovazione sono compresi anche gli investimenti sul fotovoltaico con la prevista sostituzione dei tetti di Eternit che ricoprono molte stalle con pannelli solari”.
La pandemia “ha rafforzato la necessità di autosufficienza alimentare come ha sottolineano l’importanza di avere un sistema industriale in grado di produrre vaccini o mascherine. Noi ci lavoreremo rafforzando i contratti di filiera con investimenti per 800 milioni. Sono infatti lo strumento giusto per capire le necessità di ogni singolo segmento produttivo, individuare le contromisure per le filiere più in difficoltà e al tempo stesso intervenire anche sull’importante aspetto dell’equa distribuzione del valore aggiunto lungo tutti gli anelli che vanno dal campo fino alla tavola”.
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